Che fine hanno fatto i nostri microbi? Il libro di Martin Blaser

Martin Blaser, docente alla New York University School of Medicine, ha scritto un interessante volume sugli effetti degli antibiotici sul microbioma.
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C’è sempre un lato oscuro, in ogni cosa. Capita spesso nella pratica clinica: ogni tipo di intervento medico comporta qualche rischio. Ma l’esempio più eclatante è certamente quello degli antibiotici.

Questi farmaci hanno rivoluzionato il mondo delle malattie infettive. Non ci sono dubbi sul fatto che hanno rappresentato una pietra miliare nella storia della medicina del XX secolo e rappresentano tutt’oggi.

Ma come sottolinea Martin Blaser, nel suo volume Che fine hanno fatto i nostri microbi? (Edizioni Aboca, 2017) gli antibiotici ci hanno permesso di sconfiggere molti dei nostri più grandi nemici, ma ora iniziamo a pagarne le conseguenze.

Blaser è docente alla New York University School of Medicine e tanti anni di ricerca nel campo della microbiologia ha deciso di scrivere un libro sui batteri che vivono assieme a noi, praticamente in ogni ambito del nostro corpo.

Viviamo da centinaia di migliaia di anni in una sorta di pacifica simbiosi con questi batteri. Possiamo tranquillamente dire che ci siamo evoluti con loro (e forse grazie a loro). Non solo: ancora oggi continuano a mantenere l’equilibrio e la salute del nostro corpo.

Ma il punto è che questo “mondo invisibile” è stato preso alla sprovvista dalla scoperta degli antibiotici. E soprattutto dal loro uso (o abuso) intensivo. Con gravi conseguenze per la salute.

Il libro di Blaser spiega in maniera chiara ed esaustiva come l’abuso di questi farmaci lasci un segno nel nostro corpo, contribuendo all’aumento di quelle che l’autore definisce le “epidemie” dei nostri giorni: obesità, asma, allergie, diabete e alcuni tipi di tumore.

I suoi studi e quelli riportati nel libro ipotizzano anche che l’uso di antibiotici nella prima infanzia aumenta il rischio di sviluppare problemi di salute a lungo termine.

Un volume interessante non soltanto per gli addetti ai lavori, ricercatori, medici e farmacisti. Ma anche per chiunque voglia approfondire questa nuova frontiera.

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