Rischio obesità: primi segnali d’allarme nel microbiota intestinale a 2 anni di vita

Il microbiota intestinale infantile può aiutare a identificare il rischio di obesità. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato su mBio.
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Rischio obesità: primi segnali d’allarme nel microbiota intestinale a 2 anni di vita

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Stato dell’arte
La prevalenza dell’obesità infantile è aumentata in molti paesi del mondo negli ultimi decenni. L’idea che il microbiota intestinale possa giocare un ruolo vitale e potenzialmente eziologico nello sviluppo dell’obesità è sempre più accreditata. Le differenze nel microbiota intestinale sono state associate a sovrappeso/obesità sia negli adulti che nei bambini e vi sono prove crescenti di possibili meccanismi causali.

Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno studiato il microbiota intestinale della prima infanzia ai giorni 4, 10, 30, 120, 365, 730 e la sua associazione con il punteggio z dell’indice di massa corporea (BMI) all’età di 12 anni in una coorte prospettica norvegese. I ricercatori hanno anche valutato la relazione tra questi taxa associati al BMI e il sovrappeso/obesità (Ow/Ob) materni e l’aumento eccessivo di peso gestazionale (GWG).

Conclusioni
In questa coorte, i taxa del microbiota intestinale a 2 anni spiegano oltre il 50% della variazione nel BMI infantile. Il sottoinsieme dei taxa della prima infanzia nel microbiota intestinale predice l’indice di massa corporea successivo all’infanzia. I risultati preliminari dimostrano che il microbiota intestinale del bambino, specialmente all’età di 2 anni, può potenzialmente aiutare a identificare i bambini a rischio di sviluppare obesità.


Il microbiota intestinale infantile è associato al successivo indice di massa corporeo e, soprattutto a 2 anni di età, può potenzialmente contribuire a identificare i bambini a rischio di obesità. Queste sono le conclusioni di uno studio di M.A. Stanislawski e colleghi della School of Public Health in Colorado, Stati Uniti, pubblicato sulla rivista mBio.

I ricercatori hanno esaminato il microbiota intestinale della prima infanzia ai giorni 4, 10, 30, 120, 365 e 730 e l’associazione con gli z-score dell’indice di massa corporea (BMI) all’età di 12 anni in una coorte prospettica norvegese (n = 165), e valutato come questi taxa associati al BMI siano in relazione con il sovrappeso/obesità materna (Ow/Ob) e l’eccessivo aumento di peso gestazionale (GWG), eseguendo il sequenziamento del gene rRNA 16S sui campioni di microbiota intestinale.

Microbiota intestinale infantile e punteggio BMI dell’infanzia

L’intera filogenesi tassonomica del microbiota intestinale infantile ai giorni 10 e 730 è risultata significativamente associata al sesso e ai punteggi z del BMI specifici per età, all’età di 12 anni. Un sottoinsieme specifico dei taxa potrebbe essere predittivo del BMI infantile anche se la composizione generale non è associata in modo considerevole. I ricercatori hanno ulteriormente indagato se i taxa del microbiota intestinale in ciascun momento di campionamento durante i primi 2 anni di vita possono predire il successivo indice di massa corporea.

Il microbiota intestinale dei bambini durante i primi 4 mesi ha spiegato una parte considerevole della variazione nel punteggio z del BMI. Questa associazione si è rafforzata con l’età e più della metà della variabilità dei punteggi z del BMI all’età di 12 anni è stata spiegata dalla composizione del microbiota intestinale a 2 anni di età.

Il potere predittivo è maggiore rispetto ad altri fattori predittivi di obesità infantile. Per esempio, nel loro complesso altri fattori predittivi, come il tipo di parto, la durata dell’allattamento al seno esclusivo, l’esposizione agli antibiotici, lo stato gemellare, l’età gestazionale alla nascita e alcuni fattori materni (incluso il BMI pre-gravidanza e il fumo durante la gestazione), spiegano il 15,2% della variazione del punteggio z dell’indice di massa corporea del bambino.

Associazione dei taxa del microbiota intestinale materno con Ow/Ob materno e GWG eccessivo

I taxa del microbiota intestinale materno associati a Ow/Ob materno e GWG eccessivo hanno mostrato una sostanziale sovrapposizione, a livello di specie, con i taxa associati al BMI nel neonato.

In una ricerca precedente in questa coorte, gli studiosi hanno valutato l’associazione tra Ow/Ob materno e GWG eccessivo e il microbiota intestinale materno al momento del parto.

Si è osservato che Ow/Ob materno era associato alla diversità alfa e alle differenze tassonomiche nella composizione, mentre l’eccessivo GWG era associato solo alle differenze tassonomiche.

Relazione tra il microbiota intestinale infantile associato all’IMC e le caratteristiche materne di Ow/Ob pre-gravidanza e GWG eccessivo

I ricercatori hanno studiato la relazione tra GWG eccessivo e Ow/Ob materno pre-gravidanza e i gruppi di taxa del microbiota intestinale infantile selezionati come maggiormente predittivi del BMI infantile con ANOVA permutazionale. L’Ow/Ob materno è risultato associato con le differenze qualitative nei taxa del microbiota intestinale infantile selezionati al giorno 30; l’eccessivo GWG è risultato associato alle differenze quantitative al giorno 730.

Il microbiota intestinale, specialmente a 2 anni di età, è fortemente associato al BMI della seconda infanzia. Inoltre, i punteggi z del BMI all’età di 2 anni non erano considerevolmente più alti nella popolazione infantile che in seguito è divenuta Ow/Ob, quindi lo sviluppo della composizione del microbiota intestinale che predice il BMI successivo precede qualsiasi eccesso di peso misurabile nei bambini.

Una via per la prevenzione dell’obesità potrebbe passare dalla diagnosi precoce di individui / bambini ad alto rischio per lo sviluppo dell’obesità. I risultati di questo studio suggeriscono che il microbiota fecale durante la prima infanzia potrebbe diventare parte di un algoritmo di previsione del rischio di obesità, il che potrebbe essere particolarmente vantaggioso data la facilità di recupero dei campioni dai pannolini. Per questi individui, si potrebbero quindi considerare interventi dietetici o di altro tipo prima che inizino a ingrassare.

Sia in questa coorte che in molti altri studi, è stato riportato che l’Ow/Ob materno e l’eccesso di GWG sono fattori predittivi dell’obesità nell’infanzia. Il microbiota intestinale materno può contribuire al rischio della prole di sviluppare l’obesità attraverso il trasferimento verticale, così come attraverso effetti in utero. Esistono prove del fatto che molti taxa intestinali infantili precoci vengono trasferiti da madre a figlio. Questo è particolarmente vero per alcuni taxa, incluso il Bifidobacterium. La similarità a livello di ceppo tra madri e neonati diminuisce nel tempo, ma la composizione a livello di specie converge.

Complessivamente, i risultati di questo studio rivelano una forte relazione tra il microbiota intestinale infantile all’età di 2 anni e il BMI all’età di 12 anni. Mostrano anche che la composizione del microbiota intestinale, un fattore predittivo caratteristico del successivo indice di massa corporea, precede l’eccessivo aumento di peso. Suggerisce inoltre che il microbiota intestinale potrebbe avere un ruolo nell’aiutare a identificare i bambini a rischio di sviluppare l’obesità.

I ricercatori hanno anche trovato qualche supporto per l’ipotesi che l’Ow/Ob materno possa influenzare alcuni dei taxa del microbiota intestinale infantile che sono associati al successivo indice di massa corporea.

Ulteriori studi di ricerca focalizzati in particolare sul gruppo specifico di batteri possono portare a una maggiore comprensione dell’eziologia dell’obesità. Sarebbe necessario un ulteriore lavoro di ricerca per estendere questi risultati ad altre popolazioni e per studiare come i modelli possono variare con le esposizioni della prima infanzia a diversi fattori esterni.

Yakub Sayyad
Traduzione dall’inglese a cura della redazione

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