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Osteoporosi: individuato probiotico che riduce la perdita di volume osseo

Il probiotico Lactobacillus reuteri 6457 riduce la perdita del volume osseo nella tibia in donne anziane e soggette ad osteoporosi.
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Osteoporosi: individuato probiotico che riduce la perdita di volume osseo

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Il supplemento quotidiano del probiotico Lactobacillus reuteri 6457 riduce la perdita del volume totale osseo a livello della tibia in donne anziane e soggette ad osteoporosi.

È quanto scoperto dallo studio condotto da Anna G. Nilsson e colleghi, di recente pubblicazione su Journal of Internal Medicine.

L’osteoporosi è una condizione che affligge soprattutto le donne dopo la menopausa e che determina il progressivo deterioramento della struttura ossea con conseguente aumento della sua fragilità e del rischio di incorrere in fratture anche in occasione di traumi leggeri.

Le terapie farmacologiche oggi disponibili si basano essenzialmente sulla somministrazione di bifosfonati il cui uso però non è raccomandato nel lungo termine.

Inoltre, l’aderenza al trattamento da parte delle pazienti non sembra essere delle migliori andando a comportare una significativa riduzione della loro efficacia.

Il ruolo del microbiota intestinale nell’osteoporosi

In parallelo, sta diventando sempre più chiaro come anche il microbioma intestinale sia in grado di modulare l’omeostasi e quindi la salute dell’osso probabilmente agendo attraverso la regolazione del sistema immunitario e nel processo di formazione degli osteoclasti, le unità funzionali dell’osso.

Tra tutti i batteri intestinali, Lactobacillus reuteri 6457 (più precisamente Lactobacillus reuteri ATCC PTA 6457) sembrerebbe essere quello maggiormente coinvolto in questo processo avendo presentato, tra le altre, anche buone proprietà anti-infiammatorie.

L’infiammazione è infatti una condizione predisponente la perdita del tessuto osseo in quanto va a stimolarne la degradazione (osteoclastogenesi) e il riassorbimento.

Il supplemento di Lactobacillus reuteri 6457 ha inoltre dimostrato di ridurre la perdita ossea in seguito a ovariectomia e aumentare la densità dell’osseo trabecolare in topi femmina.

Tuttavia, questa sua attività protettiva è stata finora confermata solo da studi su modelli animali mentre risultano del tutto carenti ricerche condotte sull’uomo.

A tal proposito, i ricercatori svedesi del Sahlgrenska University Hospital hanno voluto testarne l’efficacia anche su donne anziane già presentanti bassi livelli di densità ossea (BMD).

Lo studio sul probiotico Lactobacillus reuteri 6457

  • Disegno di studio: randomizzato (assegnazione casuale del trattamento), in doppio cieco (né il medico né il paziente sanno cosa stanno somministrando/ricevendo), controllato con placebo
  • Dimensione campionaria: incluse un totale di 90 donne, delle quali però solo 70 hanno completato lo studio
  • Piano di intervento: supplemento per un periodo continuativo per 12 mesi di L. reuteri 6457 a una dose complessiva di 1×1010CFU/die, suddivisa in 2 somministrazioni giornaliere
  • Piano di controllo: maltodestrine in polvere da assumere miscelate a cibi o bevande non alcoliche fredde
  • Obiettivo principale: valutare a 12 mesi il cambiamento di volume di BMD (vBMD) complessivo a livello della tibia
  • Obiettivi secondari: valutare a 12 mesi rispettivamente il cambiamento di BMD nella zona dell’anca e della colonna vertebrale, la frazione volumetrica dell’osso trabecolare, il vBMD corticale, lo spessore corticale, i livelli dei marcatori sierici per il turnover osseo (telopeptide N-terminale e fosfatasi alcalina specifica per l’osso), di quelli infiammatori (proteina C reattiva e fattore di necrosi tumorale alpha) e di HbA1c e, infine, la composizione corporea.
  • Durata dello studio: La durata dello studio complessiva è stata di 12 mesi. Ogni 3 mesi è stata condotta una visita di valutazione degli eventuali effetti collaterali e dello stato generale di salute.
  • Modalità di raccolta dei dati: Il vBMD è stato misurato al baseline e alla fine dello studio attraverso tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HR-pQCT). Informazioni relative all’abitudine al fumo, all’eventuale supplemento di calcio, alla storia medica personale, ai trattamenti farmacologici seguiti e all’attività fisica praticata sono state collezionate mediate un questionario standard.
  • Analisi dei dati: sono state condotte due tipologie di analisi ovvero l’analisi ITT (intention to treat) comprendendo tutti i 90 soggetti inizialmente inclusi, e l’analisi PP (per-protocol) che invece si basa solo sui dati raccolti dai pazienti che hanno portato a termine lo studio seguendo passo passo il protocollo.  Per quest’ultima analisi quindi sono stati considerati solo 70 pazienti, 34 nel gruppo di intervento e 36 in quello di placebo. 2 di questi sono stati tuttavia esclusi per aver assunto glucocorticoidi durante i 12 mesi. L’analisi PP finale è stata dunque effettuata su un totale di 68 pazienti.

Ecco dunque i risultati ottenuti.

Il supplemento giornaliero di L. reuteri 6457 riduce la perdita ossea nella tibia a 12 mesi mostrando una situazione più stabile rispetto al placebo.

In base all’analisi ITT, nei soggetti trattati con L. reuteri 6457 il valore medio di cambiamento di vBMD a livello della tibia è risultato pari a -0.83% mentre si è dimostrato più elevato nell’altro gruppo raggiungendo l’-1.85%. La differenza complessiva media dei due gruppi è di quindi l’1.02%.

Risultati simili sono stati ottenuti anche con l’analisi PP secondo la quale il gruppo di intervento ha mostrato un cambiamento di vBMD pari a -0.93% mentre quello di controllo di -1.86%.

Volendo invece considerare gli obiettivi secondari, l’analisi ITT non ha prodotto risultati statisticamente significativi. L’analisi PP ha invece riscontrato una significativa riduzione di perdita ossea in termini di frazione volumetrica trabecolare nel gruppo trattato con il probiotico rispetto alla controparte (-0.49% vs -1.29%).

Nessun evento avverso

Nessuna differenza sostanziale è emersa dal confronto dei due gruppi in termini di eventi avversi, predominati da disturbi gastrointestinali riportati rispettivamente dal 47% dei soggetti in intervento e dal 51% dei controlli.

Lo studio, come riportano gli stessi autori, rappresenta il primo nel suo genere condotto sull’uomo. Il ridotto numero di soggetti e il non totale raggiungimento degli obiettivi secondari suggeriscono però la necessità di ulteriori e più approfonditi studi.

In conclusione, il supplemento di L. reuteri 6457 ha comportato una significativa riduzione della perdita ossea della tibia senza comportare rischi aggiuntivi per la salute generale rispetto al comune placebo.

Si profila dunque una nuova linea terapeutica per il trattamento dell’osteoporosi, sebbene sia in attesa di ulteriori evidenze.

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