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Infezioni ospedaliere: da probiotici e fagi nuove speranze per la prevenzione

Le infezioni nosocomiali sono un problema globale: in tutto il mondo occidentale fino al 15% dei pazienti ospedalizzati sviluppa una di queste infezioni. Solo nella Comunità Europea, ogni anno questo significa quattro milioni di persone malate con costi sanitari estremamente elevati: oltre un miliardo di euro. Le maggiori cause sono la contaminazione microbica persistente dell’ambiente ospedaliero e la crescente antibiotico-resistenza.

All’Università di Ferrara, un team guidato dalla Prof.ssa Elisabetta Caselli da anni si occupa di trovare sistemi di sanificazione in grado di dare un efficace abbattimento stabile della contaminazione microbica e una decontaminazione priva di effetti collaterali, al contrario di quanto avviene con la disinfezione convenzionale a base di cloro.

Come ci spiega la stessa Prof.ssa Caselli «Negli studi che abbiamo ultimato l’anno scorso abbiamo visto che l’aggiunta di probiotici ai detergenti è in grado di diminuire la contaminazione microbica di oltre l’80% rispetto ai sistemi convenzionali, abbattendo anche l’antibiotico resistenza e dimezzando di fatto il numero di infezioni ospedaliere. Nel tentativo di avere un sistema più performante abbiamo rivolto la nostra attenzione anche ai batteriofagi litici, virus che attaccano esclusivamente i batteri e quindi totalmente sicuri per l’uomo, con risultati sorprendenti: i batteriofagi si sono dimostrati in grado di abbattere entro un’ora dall’utilizzo la contaminazione dei batteri bersaglio in modo specifico. L’unione di batteriofagi e probiotici ha generato un sistema che può, da un lato, essere estremamente rapido e specifico grazie all’azione dei primi, dall’altro mantenere questo abbattimento della contaminazione microbica grazie proprio all’azione graduale progressiva dei probiotici.»

L’auspicio della Prof.ssa Caselli e del suo team è che questi sistemi possano entrare a far parte delle strategie di infection prevention & control. Infatti, i costi di applicazione
sono estremamente ridotti e produrrebbero un risparmio notevole sui costi sanitari derivanti dalle infezioni ospedaliere.

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