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Probiotici, Andrea Costa: «Filiera produttiva italiana leader nel mondo»

Il mercato italiano dei probiotici è quello che ha visto negli ultimi 10 anni la crescita più importante. I fattori di questo successo sono riconducibili da una parte all’aumento della conoscenza dei probiotici da parte dei consumatori, dall’altra al fatto che il Ministero abbia voluto fissare regole molto specifiche sul quale la filiera si è poi adattata.

Ciò ha portato il probiotico italiano a essere uno dei più alti a livello di qualità, accompagnato da un processo di selezione che ha praticamente eliminato la possibilità di errori nella classificazione dei ceppi. Inoltre, le aziende hanno lavorato per mantenere stabili i propri prodotti per tutto il periodo di shelf life, con un grande contributo anche da parte dei produttori di packaging: se dieci anni fa ci si affidava a confezionamenti statici, oggi troviamo sullo scaffale contenitori dinamici che permettono di migliorare la conservazione del prodotto. Si tratta di sistemi come i setacci molecolari nei flaconi vials o le spalmature di gel di silice sulle pareti dei materiali flessibili.

L’italia osserva una richiesta crescente da PARTE dI aziende di distribuzione internazionali. Come ci racconta Andrea Costa, CEO di S.I.I.T., azienda specializzata nella produzione e nel confezionamento di prodotti nel settore healthcare, è un’attenzione alla qualità che si riflette anche sulla domanda del mercato: «noi produttori italiani osserviamo una richiesta crescente da parte di aziende di distribuzione europee, asiatiche e americane. La tendenza è quella di separare le produzioni dei prodotti a base di probiotici dalle produzioni ordinarie per via delle criticità dovute alla fabbricazione di cellule vive. L’obiettivo è mantenerle vive il più a lungo possibile evitando il contatto con altre materie prime o con l’acqua presente negli ambienti.»

«In S.I.I.T. – aggiunge Costa – abbiamo una lunga tradizione nella produzione di integratori alimentari. Due anni fa abbiamo creato un’unità separata, uno stabilimento completamente dedicato alla fabbricazione dei probiotici dove, per mantenere gli alti standard di qualità che il mercato ci chiede, monitoriamo le condizioni termoigrometriche e separiamo gli ambienti primari dai secondari per evitare contaminazioni sia con i prodotti tradizionali, sia tra ceppo e ceppo. E sempre nell’ottica di cercare di garantire la maggiore qualità possibile, oltre al maggiore rispetto della shelf life, abbiamo sviluppato un sistema in bustina di doppia camera chiamato Duocam® nel quale separiamo i probiotici dagli altri ingredienti. Questo ci permette di conoscere i dati di stabilità del prodotto, in quanto non vi è miscelazione con ingredienti estranei. Inoltre, Duocam® è una risposta alla possibilità di poter sviluppare una serie di prodotti in diverse aree in prevenzione primaria lavorando sul concetto di stabilizzazione del ceppo senza dover attendere dati di stabilità a lungo termine.»

«L’auspicio per il futuro – conclude Andrea Costa – è di avere un’armonizzazione regolatoria che consenta anche agli altri stati europei di poter sposare la visione e l’interpretazione italiana.»

Ecco l’intervista ad Andrea Costa.

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