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Vaginosi batterica: biotech svedese avvia trial su molecola che “scioglie” biofilm batterici

Gedea Biotech sta sviluppando una compressa che potrebbe essere in grado di eliminare la vaginosi batterica senza alterare il microbioma vaginale.

Eliminare la vaginosi batterica senza ricorrere agli antibiotici? Nella storica cittadina di Lund, in Svezia, sono convinti di potercela fare. La start up Gedea Biotech sta sviluppando una compressa che potrebbe essere in grado di eliminare la vaginosi batterica senza danneggiare il microbioma vaginale.

La vaginosi batterica è una condizione comune in cui il microbioma vaginale alterato comporta la proliferazione di patogeni come Gardnerella vaginalis, che rendono la vagina meno acida e facilitano la formazione di biofilm sulla parete vaginale. Da qui i sintomi (prurito e secrezioni maleodoranti). Normalmente si tratta con antibiotici convenzionali, ma questo comporta una ulteriore alterazione del vaginoma.

Secondo Annette Säfholm, CEO di Gedea Biotech: «L’effetto “fuoco amico” degli antibiotici sul microbioma vaginale rende i pazienti più vulnerabili alla reinfezione perché i batteri buoni non possono più superare i batteri cattivi». Non a caso la metà dei pazienti vedere un ritorno dell’infezione nel giro di pochi mesi».

Il trattamento si basa sull’utilizzo di un mix di piccole molecole, non ancora dichiarate, che scompongono il biofilm formato da batteri patogeni. Invece di uccidere i batteri cattivi, il trattamento li tiene lontanti dalla parete vaginale, impedendo loro di stabilirsi. Il trattamento è anche progettato per ripristinare l’acidità fisiologica della vagina.

Il trattamento, chiamato pHyph, è un dispositivo medico e ha già mostrato risultati promettenti in un piccolo studio clinico condotto su 24 donne. Gedea ora sta pianificando una sperimentazione clinica più ampia per testare gli effetti terapeutici nella vaginosi batterica. Di recente ha ottenuto un finanziamento di 3 milioni di euro dall’UE per la sperimentazione di pHyph. L’obiettivo dell’azienda è ottenere l’approvazione dalla FDA entro il 2021.

«Sarà di certo interessante seguire gli sviluppi di questo trial clinico e di questa azienda» commenta Massimo Barberi, direttore di Microbioma.it. «Non è da escludere che il loro trattamento possa risultare efficace anche in combinazione con ceppi probiotici già studiati per contrastare la vaginosi batterica».

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