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Sclerosi multipla: probiotico sperimentale migliora la risposta immunitaria

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Sclerosi multipla: probiotico sperimentale migliora la risposta immunitaria

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Il supplemento di probiotico a base di Lactobacillus, Bifidobacterium e Streptococcus presenta effetti positivi sinergici con la terapia farmacologica per la forma recidivante-remittente di sclerosi multipla intervenendo sulla disbiosi intestinale e promuovendo una più corretta risposta immunitaria.

È quanto dimostrato dallo studio di Stephanie K. Tankou della Harvard Medical School di Boston e colleghi, recentemente pubblicato su Annals of Neurology, che per la prima volta ha indagato l’effetto di una particolare formulazione di probiotico nel modulare il microbioma intestinale e la funzionalità immunitaria periferica di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente (n=9, dei quali 7 in trattamento con glatiramer acetato e 2 non trattati) rispetto a controlli sani (n=13).

Precedenti studi hanno infatti dimostrato un coinvolgimento della componente batterica intestinale in patologie autoimmuni, compresa la sclerosi multipla.

Lo studio sulla miscela di probiotici LBS

I ricercatori americani e italiani hanno quindi somministrato a tutti i soggetti inclusi il probiotico combinato, denominato LBS sulla base delle specie batteriche contenute, due volte al giorno per due mesi, facendo poi seguire un periodo di interruzione.

Nel dettaglio, la formulazione era composta da quattro ceppi di Lactobacillus (L. paracasei DSM 24734, L. plantarum DSM 24730, L. acidophilus DSM 24735, L. delbruckei subspecies bulgaricus DSM 24734), tre di Bifidobacterium (B. longum DSM 24736, B. infantis DSM 24737, B. breve DSM 24732) e uno di Streptococcus (Streptococcus thermophilus DSM 24731). I campioni ematici e fecali sono stati dunque collezionati e opportunamente analizzati rispettivamente all’inizio dello studio, al momento dell’interruzione di LBS e successivamente dopo 3 mesi.

I parametri valutati e i risultati ottenuti sono stati molti. Ecco i principali.

Cambiamenti nella struttura e nella composizione del microbioma

I valori di alpha diversity esprimenti la biodiversità batterica hanno registrato un decremento nel gruppo dei controlli in seguito a LBS mentre nessuna differenza significativa è emersa dai campioni dei soggetti con sclerosi multipla. Per quanto riguarda invece la struttura del microbioma, espressa in termini di beta diversity, una sua modificazione è stata riscontrata in entrambi i gruppi nonostante non raggiunga la significatività statistica nei pazienti con sclerosi multipla.

È interessante tuttavia notare come, in seguito all’interruzione del probiotico, i cambiamenti strutturali verificatisi tendano a ritornare verso la situazione inziale in tutti i soggetti.

Dalle analisi sull’abbondanza relativa è poi emerso come l’introduzione di LBS abbia indotto nel gruppo di controllo un aumento della famiglia Veillonellaceae e del genere Collinsela, entrambi non presenti nei soggetti con sclerosi multipla. La miscela di probiotici LBS è stata inoltre associato con un decremento nell’abbondanza di taxa comunemente espressi in situazione di sclerosi multipla inclusi i generi Akkermansia (induttore di Th1), Blautia e Dorea.

L’espressione della maggior parte di questi OTUs ha tuttavia mostrato valori simili alla baseline dopo l’interruzione prolungata di probiotico.

LBS induce modificazioni a livello funzionale

Sono stati poi indagati gli effetti di LBS sul profilo funzionale del microbioma dimostrando come sia in grado di ridurre l’attività di molte vie metaboliche, tra le quali alcune alterate proprio in condizione di sclerosi multipla come ad esempio la via per il metabolismo della porfina e clorofillina o del metano.

L’assetto metabolico ha poi rilevato un aumento nella concentrazione di uracile, adenosina monofosfato, ipoxantina e xantine nei controlli in seguito a LBS mentre nei pazienti con sclerosi multipla a registrare un incremento sono stati i livelli di 2-oxoglutarato abbinati a una diminuzione di 3-idrossivalerato. L’interruzione del mix di probiotici ha poi determinato una crescita di 3-metil-oxovalerato, citrato, nicotinato e alpha- ketoisovalerato nei soggetti con sclerosi multipla e di 2-oxoglutarato nei controlli.

Effetti sul sistema immunitario periferico ed espressione genica

L’analisi condotta sui livelli di cellule immunitarie periferiche ha evidenziato come, ad esempio, nei pazienti con sclerosi multipla sia incrementata l’espressione dei CD8 e diminuita quella dei linfociti Th1 e Th17 oltre che dei monociti CD14-CD16 in seguito a LBS mentre nei controlli sia diminuita la frequenza di CD4+ IL-10+ T reg dopo la sua interruzione.

È stato inoltre riscontrato un calo dell’espressione dell’allele HLA.DQA1, fattore di rischio per sclerosi multipla, e dei geni pro-infiammatori HLA.DPA1 e IL6ST nei controlli, situazione nuovamente ribaltata in seguito a sospensione del probiotico.

Nei pazienti con sclerosi multipla è stato invece notato un aumento di attività relativa ai geni anti-infiammatori IL-10RA, LILRB2 e CYBB abbinato a un decremento di quelli pro-infiammatori MALT1 e LGALS3.

Come ulteriore passaggio dello studio, sono state approfondite le eventuali correlazioni tra microbioma e cambiamenti dei marcatori immunitari.

Ad esempio, nei controlli, associazione negativa è stata riscontrata tra il biomarcatore CD80 MFI dei monociti e l’abbondanza relativa di Streptococcus NR0 NR624, NR552, 536866 e NR985 mentre nei pazienti con sclerosi multipla tra HLA-DR per le cellule dendritiche e Lactobacillus 316515 e 304724.

Volendo riassumere i molti risultati forniti da questo studio possiamo affermare che:

  • Il supplemento di LBS è associabile a un arricchimento di taxa normalmente mancanti in condizione di sclerosi multipla oltre che a una diminuzione di quelli caratterizzanti disbiosi;
  • LBS comporta una minore espressione delle vie metaboliche coinvolte nella sclerosi multipla;
  • LBS induce cambiamenti nel profilo metabolico, genetico e immunitario periferico con particolare influenza sui livelli di monociti, cellule dendritiche e sulla risposta anti-infiammatoria periferica;
  • l’interruzione di LBS comporta generalmente un annullamento degli effetti positivi ottenuti con la sua somministrazione.

Nonostante il ristretto numero di soggetti inclusi in questo studio, i dati offrono una valida prospettiva riguardo l’utilità e le potenzialità del probiotico LBS come co-adiuvante ad effetto sinergico nella terapia per sclerosi multipla, da approfondire con ulteriori ricerche anche in relazione alle diverse forme della patologia in questione.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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