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Akkermansia muciniphila: nuovo studio sulla resistenza agli antibiotici

I risultati di un recente studio hanno rivelato che tutti i ceppi di A. muciniphila hanno mostrato una bassa sensibilità alla ciprofoxacina e agli aminoglicosidi, senza correlazione genotipica.
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Akkermansia muciniphila: nuovo studio sulla resistenza agli antibiotici

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Stato dell’arte
Diversi studi hanno dimostrato che Akkermansia muciniphila è una specie potenzialmente benefica per la salute dell’ospite, e la sua abbondanza è inversamente correlata alla presenza di sindrome metabolica e di malattie infiammatorie intestinali.

Cosa aggiunge questa ricerca
Un recente studio ha caratterizzato il profilo di resistenza antimicrobica (AMR) di nuovi ceppi di A. muciniphila isolati dall’uomo, integrando approcci fenotipici e in silico, per fornire nuove informazioni sulla sicurezza di questa promettente specie.

Conclusioni
I risultati dello studio hanno rivelato che solo un ceppo che ospitava il gene tetW mostrava resistenza alla tetraciclina, mentre tutti i ceppi di A. muciniphila hanno mostrato una bassa sensibilità alla ciprofoxacina e agli aminoglicosidi, senza correlazione genotipica.

Akkermansia muciniphila, un batterio commensale che si trova comunemente nel microbiota intestinale sano, è considerato un probiotico di nuova generazione con potenziali effetti benefici, in particolare nei disturbi metabolici e infiammatori

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha aperto le porte alla caratterizzazione dei tratti di resistenza agli antibiotici di A. muciniphila, per valutare la sicurezza di questo batterio a fini medici. 

Akkermansia muciniphila: potenziali benefici 

Akkermansia muciniphila è un batterio anaerobio Gram-negativo, abbondantemente presente nell’intestino umano. Diversi studi hanno dimostrato che questa specie è benefica per la salute dell’ospite e la sua abbondanza è inversamente correlata alla presenza di sindrome metabolica (obesità, diabete, malattie cardiometaboliche) e di malattie infiammatorie intestinali. In particolare, il ceppo chiamato DSM 22959T (MucT, ATCC BAA-835), è stato ampiamente studiato ed è considerato un batterio benefico di nuova generazione per il suo effetto protettivo contro l’obesità e i disordini metabolici. Il primo intervento mirato a persone insulino-resistenti in sovrappeso/obese ha dimostrato che l’integrazione con il ceppo DSM 22959T di A. muciniphila è sicuro, ben tollerato e migliora i parametri metabolici. 

Geni di resistenza antimicrobica e valutazioni di sicurezza

Tuttavia, l’uso di A. muciniphila nelle formulazioni alimentari o farmaceutiche dipende dalla dimostrazione della sua efficacia e sicurezza all’interno dei quadri normativi. Secondo il gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici (BIOHAZ) dell’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), una delle questioni aperte riguarda la presenza di geni di resistenza antimicrobica (ARG) nei genomi di questa specie.

Infatti, un aspetto importante da considerare, quando si valuta la sicurezza di trattamenti a base di batteri, è la possibilità di trasferimento di ARG che potrebbero essere acquisiti da batteri nocivi. 

Inoltre, si ritiene che A. muciniphila sia particolarmente plastico e incline a sviluppare resistenza antimicrobica (AMR)

Per comprendere se i batteri sono sicuri per il consumo umano e animale, sono utilizzati test fenotipici basati sulla determinazione di una concentrazione minima inibente (MIC) per un gruppo selezionato di antimicrobici, unitamente alla ricerca nell’intero genoma di sequenze note, specifiche per l’ARG. Tuttavia, per quanto riguarda A. muciniphila non sono ancora stati definiti metodi standardizzati per la valutazione della MIC, né valori limite da utilizzare per distinguere i ceppi con resistenza intrinseca o acquisita, principalmente a causa del numero limitato di ceppi coltivabili disponibili. 

Recentemente, il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sulla nutrizione, i nuovi alimenti e gli allergeni alimentari (NDA) ha espresso un parere positivo sulla sicurezza di A. muciniphila pastorizzato, aprendo la strada al suo utilizzo negli integratori alimentari e a fini medici. Con l’introduzione di A. muciniphila nella catena alimentare, la valutazione della suscettibilità antimicrobica di questo batterio diventa, quindi, fondamentale per soddisfare le raccomandazioni di sicurezza dell’EFSA. 

Caratterizzazione del profilo AMR di A. muciniphila, lo studio

L’obiettivo di questo recente studio era proprio quello di caratterizzare il profilo AMR di nuovi ceppi  isolati nell’uomo di A. muciniphila, incluso il ceppo tipo DSM 22959T, integrando approcci fenotipici e in silico, per fornire nuove informazioni sulla sicurezza di questa promettente specie.

In particolare, è stato applicato un approccio genomico con la valutazione della suscettibilità agli antibiotici in cinque isolati umani di A. muciniphila. L’analisi dei geni di resistenza e le determinazioni delle MIC hanno rivelato che solo un ceppo che ospitava il gene tetW mostrava resistenza alla tetraciclina, mentre tutti i ceppi di A. muciniphila hanno mostrato una bassa sensibilità al fuorochinolone ciprofoxacina e agli aminoglicosidi, senza correlazione genotipica. La bassa sensibilità a queste classi di antimicrobici sembra, invece, essere dovuta a meccanismi intrinseci, come il cambiamento nella permeabilità ai farmaci della membrana esterna o delle porine. 

Sebbene tutti i ceppi ospitino il gene adeF, che codifica per una subunità di una pompa di efflusso multifarmaco potenzialmente coinvolta nella resistenza alla ciprofoxacina, la suscettibilità alla ciprofoxacina sembra non essere influenzata. Tuttavia, il coinvolgimento di un efflusso attivo contro composti tossici, come il bromuro di etidio, è stata confermata in tutti i ceppi.

Infine, solo uno dei ceppi ha mostrato tratti preoccupanti, poiché ospitava tre ARG, uno legato alla resistenza alla tetraciclina (tetW) e due (aph (6)-Id, sul2) associati a un MGE (mobile genetic elements) (Tn6205).

Conclusioni

Nel complesso, i risultati hanno rivelato l’importanza di estendere il test di sensibilità agli antibiotici a un numero maggiore di nuovi isolati di A. Muciniphila, per valutare meglio gli aspetti legati alla sicurezza di questa specie. Inoltre, è urgente la necessità di protocolli standardizzati per valutare la suscettibilità antimicrobica di A. muciniphila e favorire un’equa analisi comparativa tra diversi laboratori e istituti.

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