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Antibiotici: Bifidobacterium BB-12 compensa gli effetti collaterali sul microbiota intestinale

La co-somministrazione del probiotico BB-12 sembrerebbe mitigare la condizione di disequilibrio del microbiota e i cambiamenti dei livelli di SCFA dovuti dall'uso di antibiotici.
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Antibiotici: Bifidobacterium BB-12 compensa gli effetti collaterali sul microbiota intestinale

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Stato dell’arte
La somministrazione di antibiotici ha un impatto negativo sul microbiota intestinale in termini di composizione e ricchezza delle specie batteriche, ma anche sulla produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA).

Cosa aggiunge questo studio
Lo studio ha valutato l’effetto dell’assunzione di un antibiotico e di uno yogurt con Bifidobacterium animalis subsp lactis BB-12 confrontandolo ad un gruppo controllo.

Conclusioni
La ricerca dimostra più alti livelli di SCFA fecali associati al probiotico e un recupero dell’equilibrio del microbiota più duraturo nel tempo.

La co-somministrazione di antibiotici ad ampio spettro e uno yogurt arricchito con Bifidobacterium animalis subsp lactis BB-12 (BB-12) riduce gli effetti collaterali sul microbiota intestinale tipicamente associati a questi farmaci. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nutrients coordinato da Maureen Kane della University of Maryland, negli USA.

Antibiotici e microbiota intestinale

È ormai ampiamente dimostrato come la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro influisca sull’omeostasi del tratto gastrointestinale e sia spesso associata alla comparsa di diarrea (AAD). 

Inoltre, gli antibiotici possono portare a una riduzione complessiva del numero e della diversità del microbiota intestinale, nonché ad una diminuzione della produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA). 

Dal momento che l’utilizzo dei probiotici per ripristinare le popolazioni microbiche dopo il trattamento antibiotico è ancora da confermare, il gruppo di ricercatori statunitensi, si è prefissato l’obiettivo di determinare se Bifidobacterium animalis subsp lactis BB-12 (BB-12) contenuto nello yogurt, fosse in grado di limitare le alterazioni indotte dagli antibiotici sulla produzione di SCFA fecali e sulla composizione del microbiota. 

Lo studio ha mostrato che la somministrazione concomitante di amoxicillina/clavulanato e yogurt BB-12, in soggetti sani, è stata associata a una diminuzione significativamente minore dei livelli di SCFA fecali e a un profilo tassonomico del microbiota più stabile nel tempo rispetto al gruppo di controllo. 

I risultati dello studio USA

I ricercatori hanno condotto uno studio in cieco, randomizzato e controllato su 62 soggetti, per valutare gli effetti degli antibiotici amoxicillina/clavulanato in combinazione con uno yogurt contenente BB-12 (n=42) oppure con uno yogurt di controllo (senza BB12) (20 soggetti). 

Il trattamento antibiotico, durato sette giorni, ha dimostrato di abbassare drasticamente i livelli di acetato fecale sia nel gruppo di controllo sia in quello probiotico. Lo  yogurt (sia quello con probiotico sia quello di controllo) è stato consumato per un totale di 14 giorni dall’inizio dello studio.

I livelli di acetato fecale nel gruppo di intervento sono cambiati nel corso dello studio: sono aumentati dopo la sospensione degli antibiotici e sono tornati ai livelli basali alla fine del monitoraggio, cioè due settimane dopo aver consumato lo yogurt BB-12. Invece, nel gruppo di controllo i livelli di acetato sono rimasti azzerati.

Inoltre, l’antibiotico ha ridotto la diversità di Shannon del microbiota intestinale, per tutti i partecipanti allo studio, al giorno 7, corrispondente alla fine del trattamento. L’entità di questo cambiamento è stata maggiore e maggiormente sostenuta nel gruppo di controllo rispetto al gruppo probiotico. Tale risultato risulta essere in linea con l’ipotesi iniziale che BB-12 sia in grado di migliorare la condizione di disequilibrio del microbiota. 

Acidi grassi a catena corta (SCFA)

L’attenzione è stata focalizzata sull’acetato in quanto è l’SCFA prodotto in maggior quantità, attraverso la fermentazione microbica anaerobica nel colon umano; però, la sua produzione risulta ridotta dal trattamento antibiotico. 

Poiché BB-12 produce acetato in vitro, l’ipotesi è che la produzione di acetato da parte di BB-12 potesse mediare, almeno in parte, la capacità di questo ceppo di ridurre la diarrea associata agli antibiotici. 

Pertanto, i livelli di acetato fecale sono stati utilizzati come outcome primario in questo studio. Coerentemente con i risultati attesi, lo yogurt contenente BB-12 ha attenuato la diminuzione dell’acetato dopo il trattamento antibiotico e ha consentito un ritorno più rapido ai livelli basali di SCFA rispetto allo yogurt di controllo senza BB-12.

In quest’ultimo, l’acetato fecale al giorno 30 è risultato inferiore del 25%, mentre nel gruppo BB-12 risultava vicino ai livelli basali. Nello stesso tempo, anche i livelli di propionato e butirrato sono risultati notevolmente ridotti nei soggetti di controllo, con il butirrato ridotto di quasi il 40% rispetto al basale.

Questi risultati sono coerenti con l’analisi del profilo del gene 16S rRNA.I dati di questo studio clinico sono anche coerenti con la nostra ipotesi che l’integrazione di BB-12 possa mitigare i cambiamenti indotti dagli antibiotici nel microbiota, come evidenziato dai risultati e sono associati a un ritorno più rapido alla composizione del microbiota di base, rispetto al gruppo di controllo.

Conclusioni

Per concludere, la ricerca presa in esame ha dimostrato che sia i livelli di SCFA, sia i cambiamenti del microbioma sono stati attenuati in seguito al consumo dello yogurt con Bifidobacterium animalis subsp lactis BB-12. È importante sottolineare che B. animalis non è stato rilevato nelle feci dei soggetti nel gruppo BB-12 durante e alla fine dello studio, sebbene i cambiamenti di SCFA e microbioma siano persistiti fino all’ultimo giorno. Ciò suggerisce che BB-12 potrebbe aver innescato delle modifiche al microbioma con conseguenti effetti benefici duraturi che non dipendevano da alti livelli di BB-12. 

La ricerca futura dovrebbe estendere questi risultati e includere un’analisi metagenomica e trascrittomica del microbiota più dettagliata, ampliando al contempo i risultati clinici. Le applicazioni cliniche di questa ricerca potrebbero essere di aiuto se studi futuri vagliassero i tempi del consumo di probiotici durante l’uso di antibiotici, poiché è chiaro che BB-12 aiuti a mitigare i disturbi degli antibiotici.

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