Nei pulcini l’efficienza alimentare, ossia la capacità di convertire il cibo (in questo caso) in grasso e proteine, sembrerebbe dipendere in parte dalla componente batterica del cieco, dalla loro espressione in particolare.
Tra tutti, il phylum Bacteroides ha dimostrato l’associazione più forte candidandosi ad essere un potenziale biomarcatore di efficienza alimentare e quindi target per una crescita più favorevole.
Lo conclude lo studio coordinato da Yun Huang della China Agricultural University di Beijing (Cina), di recente pubblicato su Poultry Science.
Efficienza alimentare nei polli
I polli sono la maggior fonte di proteine animali a livello mondiale. La loro salute e le loro performance di crescita sono quindi di primario interesse in campo commerciale. Da ciò ne deriva un’attenzione particolare all’efficienza alimentare.
Incrementandola infatti si andrebbe a ridurre lo spreco alimentare ottimizzando il rapporto nutrienti-energia. Tale rapporto viene espresso dall’indice FCR (feed conversion rate) o RFI (residual feed intake).
Anche per i polli la digestione e l’assorbimento dei nutrienti avviene ovviamente nel tratto gastrointestinale per opera dei microorganismi commensali. La relazione tra microbioma locale ed efficienza alimentare è stata precedentemente documentata seppur con poca attenzione al tratto del cieco, importante invece per il processo digestivo.
Il ruolo del microbiota intestinale
I ricercatori, concentrandosi proprio sul cieco, hanno quindi analizzato e confrontato le caratteristiche batteriche e funzionali locali di polli con alta (HFE, n=30) o bassa (LFE, n=30) efficienza alimentare al fine di individuarne utili correlazioni. Ecco cosa si è visto.
Partendo dall’analisi batterica generale:
- l’86.82% degli OTUs identificati in entrambi i gruppi, il 5.30% e 7.88% hanno invece mostrato di differenziarsi rispettivamente nel gruppo HFE e LFE
- analoga tra i due gruppi la diversità (alpha- e beta)
- a livello di phylum, Firmicutes ha mostrato la maggiore espressione coprendo l’83.5% della conta batterica nel gruppo HFE, l’85.7% nella controparte. Seguono Bacteroidetes (HFE: 5.2%, LFE: 6.9%) e Actinobacteria (HFE: 5.9%, LFE: 2.0%).
- scendendo a livello di genere, i predominanti sono risultati essere Faecalibacterium, Ruminococcus, Oscillospira, Blautia, Bifidobacterium e Lactobacillus
- nonostante le differenze non siano significative, l’abbondanza relativa di Faecalibacterium, Bifidobacterium e Lactobacillus ha presentato valori alterati del 4% tra i due gruppi
- l’analisi LefSe per confrontare biomarcatori unici nei due gruppi ha individuato Bacteroides come il candidato migliore
Correlando poi le caratteristiche del microbioma con l’efficienza alimentare:
- nessuna correlazione a livello di phylum
- il genere Bacteroides ha invece mostrato associazione negativa con l’indice FCR
- correlazione negativa per Bacteroides anche con la maggior parte dei generi registrati nei due gruppi soprattutto con Dorea nel gruppo HFE. Associazione positiva invece con Oscillospira in entrambi i gruppi
- nel gruppo HFE, Lactobacillus ha mostrato correlazione negativa con Faecalibacterium, Ruminococcus e Oscillospira, positiva con Blautia. A sua volta, Blautia ha registrato associazione positiva con Dorea e cc_115 analogamente a Bifidobacterium e Butyricicoccus
- nel gruppo LFE, Ruminococcus è stato positivamente associato a Blautia, Lactobacillus, Coprococcus e cc_115. Lactobacillus ha invece mostrato correlazione negativa con Faecalibacterium e Butyricicoccus, positiva con Blautia
Infine, le predizioni del profilo funzionale associato al microbioma del cieco hanno mostrato:
- 14 pathways significativamente alterati tra i due gruppi
- nel gruppo HFE un aumento di attività si è mostrata per la biosintesi di amminoacidi (fenilalanina, tirosina e triptofano), metabolismo di amido e saccarosio, carboidrati e riparazione di nucleotidi
Conclusioni
In conclusione, dunque, le caratteristiche del microbioma del cieco sembrerebbero correlate all’efficienza alimentare dei polli, aspetto preventivabile seguendo l’espressione di Bacteroides.
Le predizioni funzionali hanno inoltre evidenziato differenze metaboliche microbioma-dipendenti tra i due gruppi. Una validazione di questi risultati è però necessaria.