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Ansia e depressione post-Covid: studio indaga possibile ruolo del microbiota intestinale

La composizione del microbiota ha mostrato una correlazione con profili di ansia, trauma e depressione suggerendo un ruolo batterico nello sviluppo e/o progressione dei disturbi.
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Ansia e depressione post-Covid: studio indaga possibile ruolo del microbiota intestinale

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Stato dell'arte
Stati depressivi e ansiosi sono aumentati dopo la pandemia di Covid-19. Per trattare efficacemente queste condizioni è tuttavia importante capirne i fattori eziologici, tra cui un potenziale coinvolgimento del microbiota intestinale.
Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è stato quello di approfondire le caratteristiche microbiche associate con le condizioni mentali nel post-covid in una coorte spagnola.
Conclusioni
La composizione del microbiota ha mostrato una correlazione con profili di ansia, trauma e depressione suggerendo un ruolo batterico nello sviluppo e/o progressione dei disturbi.

In questo articolo

La pandemia di Covid ha messo alla prova gran parte della popolazione generale sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale. Sono risultati aumentati in misura significativa i casi di depressione, ansia e disturbi post-traumatici

Il microbiota intestinale, presentando alterazioni in termini di composizione, sembra essere coinvolto nella loro eziologia e/o progressione

È quanto conclude lo studio di Stefanie Malan-Muller e colleghi dell’University Complutense Madrid (Spagna) pubblicato su Gut Microbes

Ansia, depressione e microbiota intestinale

In tutto il mondo sono complessivamente 322 milioni le persone affette da depressione, 264 da stati ansiosi (stress post-traumatico incluso). Questi numeri, già alti, hanno visto un incremento nel post-pandemia con nuovi casi o ricadute. Il fallimento terapeutico che si verifica in alcuni casi ne aumenta la severità e la necessità di intervenire. 

Alla ricerca di fattori eziologici, il microbiota potrebbe essere uno di questi, considerando la presenza già ampiamente confermata dell’asse intestino-cervello

Scopo di questo studio è stato appunto quello di accertarlo, in una coorte Spagnola (n=198) nel post-Covid con tratti depressivi e/o ansiosi o controlli sani (n=106), attraverso analisi fecali e questionari. Di seguito le principali evidenze.

Analizzando il profilo microbico complessivo si è visto come:

  • i soggetti ansiosi presentano generalmente una diversità minore
  • ci sia un’associazione tra esperienze traumatiche, stati mentali e abbondanza tassonomica relativa
  • l’abbondanza di Fusicatenibacter saccharivorans ha registrato livelli inferiori nei soggetti con comorbidità di stress post-traumatico, depressione e ansia rispetto a chi non aveva queste comorbidità 
  • Individui con sola depressione hanno mostrato elevati valori di Proteobacteria e inferiori di Synergistetes 
  • l’abbondanza del genere Anaerostipes ha mostrato associazione positiva con il punteggio emerso con il questionario su eventi traumatici in età infantile. Turicibacter sanguinis ha poi mostrato maggiore espressione in chi ha sperimentato situazioni che hanno messo a rischio la propria vita contrariamente al phylum Lentisphaerae, meno espresso
  • nessuna chiara associazione invece tra i casi di auto-diagnosi depressiva o bipolarità ed espressione batterica.

Quanto ha inciso la pandemia Covid19?

All’associazione tra profilo microbico e stato mentale, i ricercatori hanno aggiunto quella con l’infezione di Covid e, in generale, allo stile di vita: 

  • individui con una confermata infezione da Covid hanno registrato un’abbondanza significativamente maggiore dei generi Escherichia-Shigella e Holdemania e delle specie Parasutterella minis e Flavonifractor plautii rispetto a coloro che non hanno contratto l’infezione
  • i vaccinati hanno poi mostrato una maggiore presenza dell’ordine Clostridiales, inferiore di Romboutsia, Clostridium sensu stricto e Intestinibacter bartlettii rispetto ai non vaccinati
  • l’abbondanza relativa del genere Monoglobus ha mostrato correlazione positiva con il questionario sulla qualità di vita dell’organizzazione mondiale della salute (salute)
  • il genere Gemmiger ha registrato una minore espressione nei soggetti con uso regolare di medicinali 
  • il consumo di alcol ha mostrato associazione inversa con l’abbondanza di Barnesiella
  • diagnosi di parodontite, precedente o in corso, ha mostrato di diminuire la presenza di Dysosmobacter
  • soggetti con precedente diagnosi di IBD/IBS/CeD hanno una maggiore abbondanza dei phyla Verrucomicrobia

Conclusioni

Questo studio ha quindi voluto identificare eventuali correlazioni tra microbiota, salute mentale, esperienze traumatiche e benessere generale nel dopo pandemia. 

Le alterazioni batteriche evidenziate in condizioni di disturbi mentali, stili di vita ed esposizione all’infezione da covid sottolineano ulteriormente come il microbioma giochi un ruolo importante nel nostro stato psico-fisico e di come, allo stesso tempo, sia altamente influenzabile.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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