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Infertilità idiopatica: ricerca italiana svela il ruolo del microbioma vaginale

Una disbiosi del microbioma cervico-vaginale simile a quella riscontrata nelle vaginosi batteriche, potrebbe essere all'origine dell'infertilità idiopatica.
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Infertilità idiopatica: ricerca italiana svela il ruolo del microbioma vaginale

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Le donne che non riescono a iniziare una gravidanza a causa di un’infertilità di tipo idiopatico sono caratterizzate da una disbiosi del microbioma cervico-vaginale, la cui composizione risulta simile a quella riscontrata in caso di vaginosi batterica.

A sostenerlo è uno studio, pubblicato di recente sulla rivista Journal of Cellular Physiology, condotto da un team di ricercatori dell’Università di Trieste e dell’IRCCS Burlo Garofolo.

La ricerca prende spunto da alcuni studi che, grazie a tecniche di next generation sequencing, hanno dimostrato un legame fra alcune specie batteriche e l’infertilità: la presenza nel microbioma vaginale del batterio Atopobium vaginae, per esempio, è risultato uno dei principali fattori che contribuiscono all’insuccesso della fecondazione in vitro e delle procedure di trasferimento embrionale in donne con infezioni batteriche asintomatiche.

D’altra parte, la stessa tecnica ha permesso di stabilire anche che alcune specie di Lactobacilli finora “sottovalutate” sono in grado di promuovere un ambiente favorevole per la gravidanza.

Sulla base di quanto già dimostrato, i ricercatori, coordinati da Manola Comar, si sono chiesti se un’ambiente vaginale modificato potesse giustificare tutti quei casi di infertilità, definita idiopatica, per i quali non si individua alcuna causa.

A questo scopo sono stati prelevati campioni cervico-vaginali da 96 donne tra i 32 e i 40 anni, suddivise dagli studiosi in 4 gruppi: donne infertili con causa nota, donne con infertilità idiopatica, donne fertili “sane” e donne fertili con vaginosi batterica.

I campioni analizzati con tecniche di next generation sequencing hanno rivelato nelle pazienti con infertilità idiopatica l’abbondanza relativa di alcune specie di Lactobacilli: in particolare, le specie L. iners e L. crispatus sono risultate meno rappresentate, mentre è stata osservata una considerevole colonizzazione di L. gasseri.

Il commento del ginecologo Francesco De Seta, coautore dello studio condotto al Burlo Garofolo di Trieste.

Questa composizione del microbioma vaginale distingue i casi di infertilità idiopatica sia dalle donne infertili con causa nota sia dalle donne fertili.

Inoltre, la disbiosi sembra aumentare il rischio di colonizzazione da parte di batteri anaerobi come Atopobium, Prevotella, Veillonella, Ureaplasma ed Escherichia, la cui presenza “mima” il microambiente tipico in caso di vaginosi batterica.

«I risultati ottenuti – spiega il ginecologo Francesco de Seta, uno dei ricercatori che ha condotto lo studio – indicano che la condizione di disbiosi osservata nelle donne con infertilità idiopatica potrebbe, almeno in parte, spiegare i bassi tassi di fertilità o di gravidanza. In futuro, in base al pattern microbiologico osservato, sarà necessario capire come intervenire, per esempio somministrando a livello vaginale probiotici allo scopo di modificare questa condizione proinfiammatoria e migliorare i tassi di fertilità”.

Conoscere la composizione del microbioma vaginale sembra quindi rappresentare un elemento importante sia per individuare le cause dell’infertilità femminile nei casi finora classificati come idiopatici, sia per mettere a punto interventi terapeutici personalizzati che mirino a ristabilire l’equilibrio dell’ambiente vaginale e favorire il concepimento e la buona riuscita della gravidanza.

Lisa Trisciuoglio

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