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Tumore al colon: batterio intestinale potrebbe favorire la formazione degli adenomi

I risultati ottenuti circa il ruolo del microbiota intestinale sulla suscettibilità al cancro potrebbero aiutare a sviluppare nuove terapie o interventi dietetici.
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Tumore al colon: batterio intestinale potrebbe favorire la formazione degli adenomi

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Stato dell’arte
La maggior parte dei tumori del colon retto prende origine da lesioni precancerose, i polipi. Una parte considerevole di queste lesioni precancerose è causata da fattori ambientali come il fumo o il sovrappeso. Inoltre, è stato ipotizzato che anche il microbiota intestinale possa svolgere un ruolo, ma non è ancora chiaro se esistano firme del microbiota associate ai polipi.

Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno analizzato campioni di feci di 971 persone sottoposte a colonscopia e hanno raccolto informazioni circa la dieta e l’assunzione di farmaci. Dai dati raccolti è emerso che i polipi denominati adenomi seghettati sono risultati associati a microbi produttori di acidi grassi a catena corta come Ruminococcus lactaris, Eubacterium ventriosum e Alistipes shahii, mentre le specie microbiche abbondanti nelle persone con adenomi tubulari includevano Bacteroides stercoris, Flavonifractor plautii e Roseburia intestinalis. I ricercatori hanno anche rilevato un’associazione tra fattori ambientali, inclusa la dieta, e la maggior parte delle specie microbiche identificate. In particolare, Flavonifractor plautii è stato associato alla degradazione di molecole antitumorali.

Conclusioni
I risultati ottenuti circa il ruolo del microbiota intestinale sulla suscettibilità al cancro potrebbero aiutare a sviluppare nuove terapie o interventi dietetici.

Il tumore del colon-retto è il terzo tumore più comune e la seconda causa principale di morte correlata al cancro nel mondo. Di recente, un gruppo di ricercatori ha identificato specifiche firme microbiche associate ai tipi più comuni di lesioni precancerose che precedono la comparsa di questa neoplasia.

I risultati, pubblicati su Cell Host & Microbe, forniscono nuove informazioni su come il microbiota intestinale influenza la suscettibilità al cancro. 

Lesioni precancerose: i fattori ambientali

«Le caratteristiche uniche di ciascuna lesione precancerosa possono essere sfruttate a livello terapeutico o attraverso un intervento dietetico», affermano i ricercatori.

La maggior parte dei tumori del colon retto prende origine dai polipi, che possono essere di due tipi: adenomi seghettati, che hanno un aspetto a dente di sega al microscopio, e gli adenomi tubulari più comuni, che mostrano un modello di crescita tubulare. 

Una parte considerevole di queste lesioni precancerose è causata da fattori ambientali come il fumo o il sovrappeso. 

Inoltre, è stato ipotizzato che anche il microbiota intestinale possa svolgere un ruolo, anche se non è ancora chiaro se esistano firme del microbiota associate a ciascuno dei due tipi di polipi.

Per valutare se, e come, l’interazione tra il microbiota e i fattori di rischio ambientale differisce tra adenomi seghettati e tubolari, i ricercatori guidati da Jonathan Wei Jie Lee della National University of Singapore hanno analizzato campioni di feci di 971 persone sottoposte a colonscopia e hanno raccolto informazioni sulla dieta e sull’anamnesi farmacologica.

Adenomi seghettati e adenomi tubulari

Dai dati ottenuti è emerso che 550 partecipanti allo studio erano privi di adenomi, 321 presentavano adenomi tubulari, 62 avevano adenomi seghettati e 36 avevano entrambi i tipi di polipi. 

Rispetto ai controlli, le persone con adenomi tubulari tendevano a essere più anziane e ad assumere più acido acetilsalicilico, mentre quelle con adenomi tubulari o seghettati avevano un apporto dietetico inferiore di verdure.

I quattro fattori ambientali con il maggiore effetto sulla composizione del microbiota erano l’età, il sesso, l’indice di massa corporea e la presenza di adenomi tubulari o seghettati. Anche l’assunzione di alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura, carni rosse e trasformate e farmaci comuni ha avuto effetti significativi sulla composizione del microbiota.

Le specie microbiche abbondanti nelle persone con adenomi seghettati includevano microbi produttori di acidi grassi a catena corta come Ruminococcus lactaris, Eubacterium ventriosum, Odoribacter splanchnicus, Anaerostipes hadrus e Alistipes shahii, mentre Flavonifractor plautii, Bilophila wadsworthia, Bacteroides stercoris, Clostridium asparagiforme, Clostridium bolteae CAG 59 e Roseburia intestinalis erano più comuni in caso di adenomi tubulari.

Come cambia il microbiota intestinale

Un’analisi delle famiglie geniche legate al microbiota intestinale di ciascun gruppo di partecipanti allo studio ha rivelato che gli adenomi seghettati tendono ad associarsi a diversi sistemi di difesa antiossidante microbica

Gli adenomi tubulari, invece, erano collegati a una riduzione di un processo chiamato metanogenesi, il passaggio finale nel decadimento della materia organica, e al metabolismo del mevalonato, un componente di un pathway che fornisce metaboliti per molteplici processi cellulari.

I ricercatori hanno anche individuato correlazioni tra fattori ambientali, inclusa la dieta, e la maggior parte delle specie microbiche identificate. Flavonifractor plautii e Bacteroides stercoris, ad esempio, erano più abbondanti nei soggetti con adenomi tubulari rispetto a quelli con adenomi seghettati o ai controlli. 

Entrambi i microbi erano anche meno abbondanti nelle persone con una maggiore assunzione di verdure o in coloro che assumevano acido acetilsalicilico.

Conclusioni

«Il ruolo plausibile di Flavonifractor plautii sembra essere collegato alla degradazione dei flavonoidi anticancerogeni benefici», affermano i ricercatori. «Abbiamo ipotizzato che l’impatto benefico dell’aumento del consumo di verdure e dell’uso di acido acetilsalicilico sulla riduzione del rischio rispettivamente di adenomi tubolari e adenomi seghettati potrebbe essere mediato annullando gli effetti di Flavonifractor plautii».

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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