Durante il Congresso Probiotics, Prebiotics and New Foods, che si è tenuto a settembre a Roma, Microbioma.it ha intervistato Gianfranco Grompone, scientific director di BioGaia. In questa intervista approfondisce l’applicazione della Black Queen Hypothesis come chiave per l’innovazione probiotica, con particolare riferimento a Limosilactobacillus reuteri DSM 17938.
Questo ceppo rappresenta un paradigma di coevoluzione con l’olobionte umano, caratterizzato da un dialogo molecolare specifico che include ligandi come l’acido lipoteico, la reuterina, l’attività della 5’-nucleotidasi e le vescicole di membrana a funzione immunomodulatoria. La presentazione ha mostrato come i probiotici possano essere studiati sia individualmente sia nel contesto di interazioni di crossfeeding, sfruttando funzioni disponibili nel microbioma.
Due esempi concreti hanno illustrato questo approccio: (i) la co-coltura di L. reuteri con Bifidobacterium longum subsp. longum BGL47, in grado di potenziare l’attività immunomodulatoria di L. reuteri e oggetto di un prossimo studio clinico su neonati nati da parto cesareo; (ii) l’identificazione di una combinazione di due ceppi lattobacillari capaci di collaborare nella produzione di serotonina, con risultati promettenti in fase di pubblicazione. Questi dati evidenziano come l’ecologia microbica e le dinamiche evolutive possano guidare la scoperta di nuovi ceppi probiotici e tradursi in applicazioni cliniche innovative.