La candida è un patogeno opportunista in grado di provocare infezioni mucosali soprattutto negli individui immunocompromessi. Ad oggi le terapie coinvolgono i farmaci antifungini convenzionali, tuttavia gli effetti collaterali di quest’ultimi e la sempre maggiore crescita di ceppi resistenti a essi sottolinea la necessità di sviluppare strategie terapeutiche innovative guardando anche a possibili nuovi probiotici.
In questo senso, un lavoro di ricerca portato avanti dall’Università di Perugia e presentato al 47° congresso nazionale SIM, Società Italiana di Microbiologia, ha valutato l’effetto di Saccharomyces cerevisiae vivo o dello stesso inattivato sulla candidosi orale.
Come ci spiega Elena Roselletti, autrice dello studio: «Nei topi infettati con Candida albicans e trattati con S. cerevisiae somministrato oralmente abbiamo osservato un abbassamento della carica fungina nella lingua e nel tratto gastrointestinale, una riduzione quasi totale di lesioni istopatologiche a carico della lingua e una notevole diminuzione dei fattori di violenza del patogeno. Ciò permette di affermare che S. cerevisiae ha un effetto terapeutico sulla candidosi orale. Inoltre, guardiamo ai precedenti studi sulla candidosi vaginale, è possibile inquadrare questo lievito in una nuova strategia terapeutica per tutte le candidosi mucosali. È importante anche il fatto che per la prima volta venga utilizzato un lievito come probiotico per le infezioni orali.»
Ecco l’intervista a Elena Roselletti.