Microbioma e salute cardiometabolica: effetti del caffè sui batteri intestinali

In un recente simposio organizzato dalla Fondazione Ri.med a Palermo, un panel internazionale di esperti si è riunito per esplorare ricerche innovative sull’intersezione tra nutrizione, microbioma e salute umana. 

In questa intervista Microbioma.it ha chiesto a Nicola Segata, dell’Università di Trento, di sintetizzare il suo intervento in cui ha presentato i recenti risultati di studi su larga scala volti a esplorare come il microbioma influenza l’effetto della dieta sulla salute cardiometabolica. Analizzando dati di oltre 100.000 individui, con dettagli sulle abitudini alimentari, il microbioma e gli outcome di salute, è emersa un’associazione significativa tra il consumo di caffè e la presenza di Collinsella aerofaciens, un batterio 6-8 volte più abbondante nei consumatori di caffè rispetto ai non consumatori. 

Colture in laboratorio hanno poi confermato che l’aggiunta di caffè favorisce la crescita di questo batterio, spingendo ulteriori indagini sui componenti specifici del caffè responsabili, indipendentemente dalla presenza di caffeina.

Un altro risultato rilevante riguarda il ruolo di Blastocystis, un eucariote precedentemente considerato un parassita, che è invece associato a una dieta ricca di fibre e a una migliore salute cardiometabolica. Questi dati evidenziano come il microbioma non batterico contribuisca agli effetti della dieta sulla salute. 

Questo approccio sistematico, dal macro al micro, mira a identificare associazioni specifiche tra cibi, microbioma e salute, aprendo la strada a diete consapevoli che sfruttino il microbioma per ottimizzare gli effetti benefici sulla salute cardiometabolica.

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