Vino, insetti e gamberi rossi: tracciabilità alimentare più precisa con analisi del microbiota

In un recente simposio organizzato dalla Fondazione Ri.med a Palermo, un panel internazionale di esperti si è riunito per esplorare ricerche innovative sull’intersezione tra nutrizione, microbioma e salute umana. 

In questa intervista Microbioma.it ha chiesto ad Antonia Bruno dell’Università Bicocca di Milano di raccontarci l’utilizzo delle firme microbiche (microbial signatures) per la tracciabilità alimentare e l’identificazione dell’origine geografica di prodotti alimentari.

Secondo la ricercatrice, lo studio delle comunità microbiche offre nuove opportunità nell’ambito della tracciabilità alimentare, sfruttando la “firma microbica” per identificare l’origine geografica e autenticare prodotti alimentari. 

A partire dal microbioma associato al vino e al processo di vinificazione, è stato dimostrato come i microorganismi influenzino la qualità e il terroir del prodotto finale, oltre a poter fornire informazioni utili per verificarne l’origine.

Questo approccio è stato esteso a contesti non fermentativi, come i novel food a base di insetti, dove la componente microbica può aiutare a identificare la specie di insetto utilizzata in alimenti processati. Un ulteriore caso di studio riguarda il gambero rosso di Mazara del Vallo (Aristaeomorpha foliacea), una specie di alto valore economico frequentemente soggetta a frodi. Grazie a campioni georeferenziati e all’analisi del microbioma, è stato possibile identificare firme microbiche che distinguono i gamberi pescati a Mazara da quelli provenienti da altre aree geografiche, dove il prezzo e il valore economico sono inferiori.

Questi risultati evidenziano il potenziale delle analisi microbiche per garantire autenticità, combattere le frodi alimentari e supportare la tracciabilità lungo la filiera alimentare.

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