La malattia diverticolare sintomatica non complicata (SUDD) è una condizione frequente ma ancora sottostimata, caratterizzata da dolore addominale cronico o ricorrente, gonfiore e alterazioni dell’alvo in presenza di diverticolosi, in assenza di segni di diverticolite acuta complicata.
In questa intervista, Cesare Efrati, gastroenterologo dell’Ospedale Israelitico di Roma, ripercorre l’inquadramento clinico della SUDD e approfondisce il ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi e nella modulazione dei sintomi.
I dati attuali suggeriscono uno stato di disbiosi, con riduzione dei batteri produttori di butirrato e aumento di taxa potenzialmente pro-infiammatori, associati a maggiore permeabilità di barriera, infiammazione di basso grado e ipersensibilità viscerale.
L’esperto spiega anche come specifici profili di microbiota possano correlare con la severità del dolore e con sintomi quali gonfiore e distensione addominale, pur in un contesto di studi ancora eterogenei per metodologia e popolazioni analizzate.
Sul versante terapeutico, Efrati propone un approccio integrato che combini dieta ricca in fibre, probiotici selezionati, modifiche dello stile di vita e interventi sul dolore viscerale. Particolare attenzione è dedicata all’impiego del butirrato a rilascio colico e della palmitoiletanolamide (PEA), lipide endogeno ad azione antinfiammatoria e analgesica, la cui associazione potrebbe rappresentare una strategia promettente nella gestione multimodale dei pazienti con SUDD.








