In seguito alla cosiddetta “microbiota revolution” si è appreso che il microbioma è un vero e proprio organo che colonizza l’apparato digerente nei primi anni di vita, apportando dal milione e mezzo ai due milioni di geni, variabili, che si sommano a quelli del genoma umano e che sono necessari al funzionamento dell’organismo.
In questo filone di ricerca si inserisce la microbiome clinic: un’entità multidisciplinare che non esiste ancora negli ospedali italiani e con una funzione fondamentale: provare a rendere fruibile al paziente le conoscenze sul microbioma intestinale. Infatti, la comprensione del microbiota sta in qualche modo cambiando la medicina moderna, confermando la sua importanza in varie patologie: artrite reumatoide, autismo, risposta ai nuovi immunoterapici, sclerosi multipla, malattia di Parkinson, colite ulcerosa, encefalopatia epatica, fibrosi polmonare, sindrome coronarica acuta, ecc.
Non solo: la microbiome clinic è una struttura in grado di mettere insieme tutte queste conoscenze renderle fruibili a tutti gli specialisti della medicina.
Inoltre, come ci spiega Antonio Gasbarrini, direttore del CEMAD al Policlinico Gemelli di Roma, intervistato proprio su questo argomento, la microbiome clinic ci aiuterà a sviluppare progetti scientifici futuri di tipo clinico-diagnostico-terapeutico per prevenire lo sviluppo delle patologie e/o curarle, oltre a far sì che la medicina personalizzata diventi una realtà.