Nell’ultimo decennio la ricerca neurobiologica più avanzata ha stabilito quanto il microbiota intestinale abbia un’importanza cruciale sia per lo sviluppo del cervello, sia per il mantenimento delle funzioni cognitive. Ciò sta aprendo possibilità prima impensabili. Infatti, scoprire che determinati ceppi di microrganismi interferiscono con il nostro cervello, sebbene non sempre in modo positivo, sta aprendo scenari nuovi in relazione soprattutto a quella che potrà essere la terapia delle malattie psichiatriche e al trattamento preventivo dei soggetti portatori di particolari vulnerabilità verso disturbi di tipo neurocognitivo.
Ci parla di queste novità nel campo della neuropsicofarmacologia il Prof. Giovanni Biggio dell’Università di Cagliari.