Cerca
Close this search box.

Lisa Derosa: «Ecco le ultime novità sul microbioma in oncologia» 

Durante il Congresso IHMC 2024 che si è tenuto a Roma, Microbioma.it ha intervistato Lisa Derosa, oncologa dell’ospedale Gustave Roussy di Parigi, sul tema della disbiosi intestinale associata al cancro e alla resistenza all’immunoterapia. 

Le ultime ricerche hanno evidenziato come il cancro stesso sia correlato a una disbiosi intestinale, caratterizzata da una riduzione dei livelli di MAdCAM, una proteina chiave per il corretto funzionamento della barriera intestinale. Bassi livelli di MAdCAM sono stati collegati a una riduzione della sopravvivenza in pazienti affetti da tumori al polmone, rene e vescica.

Un altro aspetto rilevante è l’alterazione dell’equilibrio di Akkermansia muciniphila, un batterio noto per il suo ruolo immunogenico. Studi recenti hanno dimostrato che l’assenza o l’eccessiva abbondanza di questo batterio possono peggiorare la prognosi. In particolare, una sovrabbondanza di Akkermansia è associata a ecosistemi intestinali disbiotici, con la presenza di batteri patobionti come Enterococci e Clostridia, in contrasto con un ambiente equilibrato che presenta batteri benefici come Faecalibacterium prausnitzii.

Per comprendere meglio queste dinamiche, i ricercatori hanno sviluppato un’analisi di network batterico, identificando sette cluster associati alla sopravvivenza dei pazienti. È stato creato uno “Spice Interacting Group 1” associato a una ridotta sopravvivenza, e un altro gruppo di 45 batteri correlato a una migliore sopravvivenza. La competizione e la cooperazione tra questi gruppi ricordano le interazioni predatorie e preda di un ecosistema, come una savana con leoni e gazzelle.

Per tradurre questi risultati in pratica clinica, è stato proposto un nuovo “score microbiotico”, che classifica i pazienti in base alla prevalenza di batteri associati a prognosi favorevole o sfavorevole. Questo punteggio potrebbe essere utilizzato per predire la risposta all’immunoterapia e stratificare i pazienti, migliorando così l’efficacia dei trattamenti oncologici.

I prossimi passi includono la validazione di questo score attraverso uno studio prospettico in Francia, utilizzando tecniche di analisi più rapide come la qPCR e l’ampliamento della definizione di disbiosi attraverso una valutazione multiomica che consideri non solo il microbiota intestinale, ma anche parametri ematici. Questo approccio permetterà di personalizzare ulteriormente le terapie e di ottimizzare il trattamento per ciascun paziente.

CONDIVIDI →

Potrebbe interessarti

Oppure effettua il login