Durante il congresso Top Ten in Gastroenterologia, che si è tenuto a Bergamo, abbiamo chiesto a Silvia Turroni, del dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, di spiegarci il ruolo del microbioma intestinale nei processi di invecchiamento e longevità. L’intervista si focalizza sui cambiamenti del microbiota dall’infanzia fino all’età avanzata, con particolare attenzione all’importanza della prima infanzia e della fase senile. La domanda è: il microbiota intestinale subisce inevitabilmente un declino verso la disbiosi o può essere un promotore di salute e longevità? Attraverso una revisione di studi sui centenari, emerge come specifici taxa, come bifidobatteri, Akkermansia e la famiglia Christensenellaceae, siano associati a benefici per la salute e possano avere un potenziale.
L’intervista evidenzia anche il ruolo chiave della dieta nel modulare il microbioma, con risultati promettenti: per esempio la dieta mediterranea personalizzata ha dimostrato di migliorare la funzione cognitiva e ridurre l’infiammazione nella popolazione anziana. Approcci innovativi, tra cui probiotici di nuova generazione, simbiotici, postbiotici, alimenti fermentati e persino consorzi sintetici di microbi, rappresentano strumenti potenziali per promuovere un invecchiamento in salute. L’obiettivo è dimostrare che il microbioma intestinale può essere modulato positivamente per favorire il benessere mentale e fisico nelle diverse fasi della vita.