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Colite ulcerosa: risultati incoraggianti da dieta antinfiammatoria e trapianto fecale

Implementare una dieta su misura per i pazienti affetti da colite ulcerosa potrebbe preparare l’ambiente intestinale ad accogliere con maggior successo il trapianto di microbiota fecale.
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Colite ulcerosa: risultati incoraggianti da dieta antinfiammatoria e trapianto fecale

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Stato dell'arte
Una dieta inadeguata costituisce la causa principale di alterazioni del microbiota, sintomo cardine delle malattie infiammatorie intestinali (IBD). La manipolazione del microbiota e la modificazione del regime alimentare potrebbero sortire effetti positivi sulla salute dei pazienti gastroenterologici, com’è già accaduto per il morbo di Crohn (CD).
Cosa aggiunge questa ricerca
Combinare la terapia standard con il trapianto di microbiota fecale, associato alla dieta antinfiammatoria, potrebbe migliorare il decorso della colite ulcerosa lieve-moderata. Inoltre, tale dieta sarebbe in grado di estendere la remissione fino a un anno
Conclusioni
Implementare una dieta su misura per i pazienti affetti da colite ulcerosa potrebbe preparare l’ambiente intestinale ad accogliere con maggior successo il trapianto di microbiota fecale, costituendo una potenziale svolta nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD).

In questo articolo

Saurabh Kedia et al. dell’università All India Institute of Medical Sciences (AIIMS) di New Delhi hanno condotto uno studio randomizzato, confrontando la risposta dei pazienti trattati con trapianto di microbiota fecale e dieta antinfiammatoria con quella di coloro che seguivano la sola terapia farmacologica

La finalità della ricerca, pubblicata sulla rivista British Medical Journal (BMJ), era quella di trovare una soluzione innovativa nella cura della colite ulcerosa.

Lo studio clinico

Il periodo di reclutamento è durato oltre due anni a causa della pandemia da COVID-19. La maggior parte degli idonei aveva un’età media tra i 35 e i 47 anni ed era di sesso maschile, con il 34,8 % di casi di pancolite. La durata media della malattia era di 48 mesi. Inoltre, sono stati inclusi gli individui che seguivano la terapia topica a base di acido 5-aminosalicilico (5-ASA) o steroidi, Azatioprina/6-MP, o che avevano assunto in precedenza anticorpi monoclonali anti-TNF.

Sono stati esclusi invece i pazienti affetti da colite ulcerosa severa (con necessità di ospedalizzazione o intervento), infezioni gastrointestinali ed eventuali comorbilità.

Infine, sono stati selezionati donatori che vivono in campagna in quanto, secondo una ricerca precedente della stessa università, la salute del loro microbiota sarebbe migliore rispetto a quella di coloro che vivono in città. 

Per questo su un totale di 36 soggetti sono stati scelti i 13 che, secondo il Permanova Test, presentavano l’ambiente intestinale più ricco di specie benefiche (Eubacterium rectale, Dorea, Roseburia, Faecalibacterium prausnitzii, Blautia e Bifidobacterium), insieme a livelli fecali adeguati di acido butirrico. Il preparato è stato ottenuto miscelando tra i 2 e i 5 diversi campioni fecali ritenuti idonei. 

Su un totale di 113 partecipanti, 35 sono stati selezionati per ricevere il trapianto per via colonscopica (7 sessioni, una a settimana). 

A 8 settimane, i pazienti rispondenti o che presentavano una remissione della malattia, sono stati seguiti per altre 40 settimane, mantenendo lo stesso regime alimentare. 

In particolare, la dieta era ricca di frutta e verdura fresche, cibi fermentati, acido ascorbico – che promuovono l’aumento di cellule T-reg, la salute del microbiota e della barriera intestinale – mentre è stata fortemente sconsigliata l’assunzione di proinfiammatori come cereali contenenti glutine, latticini e derivati, carni processate o additivi alimentari.

Altri 31 partecipanti, scelti per formare il secondo braccio, hanno seguito la terapia standard, perfezionata con l’aumento della dose di steroidi topici o l’aggiunta/aumento della dose dell’acido 5-aminosalicilico.

Effetti della dieta antinfiammatori

La dieta ha riscosso una buona compliance, dall’84,6% (a 8 settimane) al 66,7 % (a 48 settimane) di fortemente aderenti. Lo dimostra la discreta riduzione dell’apporto dei cibi sconsigliati da parte dei pazienti che hanno seguito la cura sperimentale, parallela al maggiore consumo di cibi fermentati e ricchi del ligando del recettore AhR – coinvolto nel metabolismo dei farmaci e nelle risposte tossicologiche, secondo studi recenti importante anche per il sistema immunitario – e di alcuni composti (acido ascorbico e polifenoli).

Anche il rapporto di fibre solubili per assunzione di energia era elevato – a favore del metabolismo degli acidi grassi a catena corta e della salute della barriera intestinale e del GALT. Tutti questi valori erano significativamente alti rispetto al basale e al gruppo che seguiva la terapia standard.

Infine, sono stati incoraggianti i risultati inerenti la remissione profonda (a 48 settimane): – il 25 % nel primo gruppo, nonché 6/24 pazienti contro 0/27 pazienti, simili a quelli della remissione endoscopica. Infatti, nessun partecipante ha richiesto steroidi per via orale e gli eventi avversi più comuni (a 8 settimane) – simili tra i due gruppi – sono stati: dolore addominale, flatulenza, diarrea e peggioramento della malattia.

Conclusioni

Studi recenti dimostrano il ruolo del trapianto di microbiota fecale nelle remissioni clinica ed endoscopica, mentre altri ancora sostengono l’enorme potenziale della dieta antinfiammatoria presa singolarmente. La ricerca dell’All India Institute of Medical Sciences (AIIMS), prima al mondo nel suo genere, pone le basi per esplorare i possibili benefici derivanti dalla combinazione di queste due terapie.

Alessandra Romano

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