Durante il Congresso Top 10 di Bergamo, la sessione di apertura ha approfondito il ruolo del microbioma intestinale nella malattia diverticolare, una condizione molto diffusa che colpisce fino all’80% delle persone sopra gli 80 anni.
In questa occasione Giovanni Marasco, gastroenterologo dell’Università di Bologna, ha presentato nuove evidenze che collegano la disbiosi intestinale alla patogenesi della malattia e alla comparsa di sintomi.
Studi condotti dal gruppo di ricerca di Bologna hanno evidenziato una riduzione significativa di batteri produttori di acidi grassi a catena corta nei soggetti sintomatici, accompagnata da microinfiammazione, aumento di macrofagi e nuove terminazioni nervose, probabilmente correlate alla percezione del dolore.
Inoltre, la disbiosi risulta fortemente associata agli episodi di diverticolite acuta. Attualmente, il trattamento prevede interventi sul microbiota, come una dieta ricca di fibre (prebiotici), l’uso di probiotici supportati da trial clinici, e la rifaximina, un eubiotico con effetti antinfiammatori dimostrati.
Studi recenti hanno anche collegato il miglioramento dei sintomi alla crescita di batteri benefici come Akkermansia, che contribuiscono al ripristino delle difese intestinali.
La mesalazina, pur avendo effetti eubiotici, agisce principalmente come antinfiammatorio. Sono necessari ulteriori studi per definire il ruolo di questi trattamenti nella prevenzione e nella gestione delle recidive di diverticolite acuta.