Antibiotico-resistenza, Pregliasco: «Una pandemia silenziosa che coinvolge tutti»

L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle più gravi minacce per la salute pubblica globale, ma si sviluppa spesso sotto traccia, senza suscitare l’attenzione che merita. In questa intervista, Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi di Milano, delinea un quadro preoccupante per l’Italia, con circa 10.000 decessi stimati ogni anno e tassi di resistenza che raggiungono il 50% per patogeni come Acinetobacter e Klebsiella. 

Il cuore del problema è spesso la carenza di strumenti diagnostici rapidi e diffusi, insieme a una formazione insufficiente dei medici, spesso condizionati da pressioni medico-legali e dalle aspettative dei pazienti. Sottolinea l’importanza dell’antibiogramma, della de-escalation terapeutica e del ruolo dei comitati infezioni ospedaliere, troppo spesso poco attivi.

L’antibiotico-resistenza non è solo un problema clinico, ma anche culturale e istituzionale: richiede il coinvolgimento delle aziende farmaceutiche, delle istituzioni, dei veterinari e soprattutto dei cittadini, che devono essere educati a un uso consapevole degli antibiotici. Solo con un impegno condiviso sarà possibile contrastare una pandemia silenziosa ma devastante.

Ecco per esempio cosa dicono le linee guida WHO AWaRe Antibiotic Book (OMS) sulla gestione del paziente con faringite 

1. Valutazione clinica iniziale

  • La maggior parte delle faringiti è di origine virale e si risolve spontaneamente.
  • I segni che suggeriscono un’origine virale includono: rinorrea, tosse, raucedine e congiuntivite.
  • Se si sospetta una faringite batterica (soprattutto da Streptococcus pyogenes, gruppo A), è utile applicare un sistema di punteggio clinico, come il Centor o McIsaac score, per valutare la probabilità di infezione streptococcica.

2. Quando considerare il tampone rapido

  • Il tampone faringeo per lo Streptococco A è indicato in pazienti con:
    • febbre
    • assenza di tosse
    • linfadenopatia cervicale anteriore
    • essudato tonsillare
    • età tra 3 e 14 anni
  • Se il test è positivo, si può considerare la terapia antibiotica.

3. Indicazioni alla terapia antibiotica

  • Va riservata solo ai casi confermati di faringite streptococcica.
  • Gli antibiotici riducono la durata dei sintomi di circa un giorno e prevengono complicanze come la febbre reumatica (ormai rara nei paesi industrializzati).
  • Prima scelta: penicillina V o amoxicillina, per 10 giorni.
  • Alternative in caso di allergia: macrolidi (ad esempio azitromicina), ma da usare con cautela per l’aumentata resistenza.

Oltre al trattamento sintomatico con paracetamolo o ibuprofene, è possibile iniziare da subito l’assunzione di resveratrolo, noto per la sua capacità di contrastare batteri, funghi e virus che colpiscono l’orofaringe. Studi preclinici mostrano che può inibire la replicazione di virus respiratori come il rhinovirus e ridurre l’infiammazione modulando la risposta immunitaria

Contenuto realizzato in collaborazione con NOOS.

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