Disturbi dell’interazione intestino-cervello: «Serve un cambio di prospettiva»

In questa intervista il gastroenterologo Giovanni Marasco (Università di Bologna) approfondisce il tema dei disorders of gut-brain interaction (DGBI), una categoria di disturbi gastrointestinali cronici, un tempo definiti “funzionali”, caratterizzati da dolore addominale, gonfiore e alterazioni dell’alvo in assenza di lesioni organiche. 

Marasco spiega come i criteri di Roma IV abbiano introdotto un approccio diagnostico positivo, basato sui sintomi e su un numero limitato di esami, superando la tradizionale diagnosi di esclusione.

Tra i principali meccanismi fisiopatologici emergono l’ipersensibilità viscerale e le alterazioni del microbiota intestinale, fattori centrali nella comparsa dei sintomi. Sul piano terapeutico, alla luce dei limiti dei farmaci convenzionali e dell’andamento altalenante dei disturbi, si rafforza l’interesse per la modulazione del microbiota e per l’uso di nutraceutici e fitoterapici. In particolare, l’olio di menta piperita e quello di carvi mostrano proprietà antispastiche, antimicrobiche e regolatorie sul microbiota, con evidenze cliniche di efficacia nella riduzione di dolore addominale, gonfiore e discomfort postprandiale. 

Studi recenti suggeriscono inoltre che questi trattamenti possano favorire un incremento dei bifidobatteri e della produzione di acidi grassi a corta catena, con effetti benefici sia locali sia sistemici.

Contenuto realizzato con il contributo incondizionato di Schwabe

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