Cerca
Close this search box.

Antibiotici: ecco i fattori che agevolano il ripristino del microbiota intestinale

Il ripristino del microbiota intestinale dopo antibiotici dipende da dieta e fattori ambientali. A dirlo è uno studio su Cell Host & Microbes.
CONDIVIDI →

Antibiotici: ecco i fattori che agevolano il ripristino del microbiota intestinale

CONDIVIDI →

Stato dell’arte
Gli antibiotici alterano la composizione del microbiota intestinale e aumentano la suscettibilità dell’individuo alle infezioni. Rimane però da capire come i batteri intestinali rispondano e si riprendano da un trattamento antibiotico.

Cosa aggiunge questo studio
Studiando nei topi la risposta del microbiota intestinale agli antibiotici, i ricercatori hanno scoperto che questi farmaci causano una riduzione fino al 70% dei batteri Bacteroidetes. Inoltre, è stato osservato che il “ritorno” di questi microrganismi dopo un trattamento antibiotico viene ritardato da una dieta povera di fibre, ma favorito dal contatto con altri topi, che comporta lo scambio di microrganismi.

Conclusioni
I risultati suggeriscono che fattori modulanti come la dieta e l’igiene potrebbero aiutare a prevenire alterazioni della composizione del microbiota intestinale durante il trattamento antibiotico.


Secondo un recente studio condotto sui topi, il ripristino della composizione fisiologica del microbiota intestinale dopo un trattamento antibiotico dipende dalla dieta dell’ospite e da fattori ambientali, come il contatto con i microrganismi di altri individui.

I risultati, pubblicati su Cell Host & Microbe, suggeriscono che fattori modulanti come dieta e igiene potrebbero aiutare a prevenire alterazioni della composizione del microbiota intestinale durante un trattamento antibiotico.

Gli antibiotici sono infatti noti per indurre modificazioni della comunità batterica dell’intestino e aumentare la suscettibilità dell’individuo alle infezioni. Rimane però da capire come i batteri intestinali rispondano e si riprendano dopo un trattamento antibiotico.

Per rispondere a questa domanda, Katharine Michelle Ng dell’Università di Stanford e i suoi colleghi hanno confrontato le risposte del microbiota agli antibiotici in topi germ-free che erano stati colonizzati con batteri intestinali umani.

Gli antibiotici riducono la diversità microbica

Dopo il trattamento con l’antibiotico streptomicina, la carica microbica nell’intestino dei topi è precipitata rapidamente, ma si è ristabilita dopo circa un giorno. In particolare, la percentuale di Bacteroidetes – una delle famiglie batteriche più abbondanti nell’intestino – è scesa a meno del 10% ed è tornata ai livelli “pre-antibiotici” entro il secondo giorno.

Effetti simili sono stati osservati quando i ricercatori hanno trattato i topi con la ciprofloxacina, un antibiotico ad ampio spettro. In questo caso, la percentuale di Bacteroidetes è scesa al 10-25%, per poi “risalire” a livelli normali dopo tre giorni e rimanere stabile.

Il ruolo della dieta

Dai risultati ottenuti, gli antibiotici sembrano causare una diminuzione del numero di specie batteriche osservate, soprattutto nel caso dei Bacteroidetes. Al contrario, la diversità di Firmicutes – un’altra comune famiglia di batteri – è stata solo leggermente influenzata.

I ricercatori hanno anche osservato che il trattamento antibiotico causa un aumento del muco nell’intestino, che favorisce la ripresa dei Bacteroidetes.

Precedenti studi hanno dimostrato che nei topi un’alimentazione povera di fibre assottiglia il muco intestinale. Per questo motivo, i ricercatori hanno ipotizzato che una dieta scarsa di fibre ostacoli il recupero dei Bacteroidetes, riducendo la produzione di muco durante il trattamento antibiotico.

In effetti, nei topi nutriti con una dieta povera di fibre, la quota di Bacteroidetes non risale completamente ai valori normali fino alla fine del trattamento antibiotico.

Fattori ambientali

Nei topi che hanno ricevuto un trapianto fecale da un donatore umano, caratterizzato da una frazione più alta di Bacteroidetes, gli antibiotici hanno inizialmente causato una perdita di Bacteroidetes, analogamente a quanto accaduto nei topi che hanno ricevuto il trapianto di microbiota da un secondo donatore umano. Tuttavia, invece della crescita dei Bacteroidetes durante il trattamento antibiotico, i ricercatori hanno osservato al terzo giorno un aumento superiore al 70% dei livelli dei batteri Lachnospiraceae.

Inoltre, quando questi roditori sono stati alloggiati insieme a quelli che avevano ricevuto il trapianto di microbiota dal secondo donatore umano, il recupero di Bacteroidetes è stato accelerato. Al contrario, nei topi posti in gabbie singole, i livelli di Bacteroidetes non si sono innalzati fino alla fine del trattamento antibiotico.

I risultati mostrano quindi che i microrganismi di altri individui possono facilitare il ripristino dei livelli dei Bacteroidetes nei topi e suggeriscono che l’innalzamento dei livelli di igiene nella società occidentale può influire negativamente sulla composizione del microbiota intestinale dopo un trattamento antibiotico.

Traduzione dall’inglese a cura della redazione

Potrebbe interessarti

Oppure effettua il login