Approccio multidisciplinare con probiotici multispecie per il trattamento del dolore funzionale

Studio clinico osserva un miglioramento significativo del dolore e di alcuni parametri correlati.
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Approccio multidisciplinare con probiotici multispecie per il trattamento del dolore funzionale

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Stato dell'arte

Le sindromi da dolore funzionale (FPS, functional pain syndromes) comprendono condizioni di dolore cronico senza causa fisica evidente. Colpiscono una larga parte della popolazione, con un’incidenza maggiore tra gli anziani, e gravano pesantemente sulla qualità di vita [1]. Le diagnosi spesso variano a seconda dello specialista che le pone, impedendo una comprensione unificata di tali disturbi, che potrebbero invece rappresentare un’unica entità di carattere psico-organico complesso, che si muove lungo l’asse microbioma-intestino-cervello [2].

Cosa aggiunge questa ricerca

Questo studio ha voluto valutare l’importanza di un trattamento multidisciplinare per la cura del dolore cronico, considerando sia aspetti fisici che psicologici. A tal fine, ha integrato tecniche di neurofeedback e colloqui psicologici con la somministrazione di un probiotico multispecie di indicazione specifica e rilevanza medica per modulare il microbiota intestinale e l’asse intestino-cervello [3].

Conclusioni

Sebbene siano necessari ulteriori studi, questo studio ha dimostrato un miglioramento significativo del dolore e di alcuni parametri correlati, con conseguente beneficio della qualità di vita dei pazienti trattati con la terapia combinata.

In questo articolo

Le sindromi da dolore funzionale comprendono diverse condizioni comuni, ma poco definite, che hanno un grande impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Spesso, tali soggetti ricevono diagnosi frammentate a seconda dello specialista a cui si rivolgono, impedendo una comprensione unificata del disturbo attraverso una visione globale che consideri la salute fisica e mentale nel suo insieme. Questa mancanza di approccio interdisciplinare è dovuta principalmente alla scarsità di ricerche che colleghino le diverse aree. 

Le diagnosi più comuni che riflettono questa sovrapposizione funzionale includono mal di testa, disturbi gastrointestinali funzionali, fibromialgia, sindrome da affaticamento cronico ed encefalomielite mialgica [4, 5].

Meccanismi patogenetici complessi

I meccanismi alla base della sintomatologia non sono ancora del tutto chiariti. Il tratto comune è, comunque, il dolore cronico, che rappresenta una delle sfide cliniche più difficili e irrisolte e porta frequentemente a depressione, ansia e disabilità, che devono essere affrontate nel trattamento [6]. Studi recenti hanno identificato alterazioni neurofisiologiche e neuropsicologiche nei pazienti con FPS, suggerendo un meccanismo patogenetico neurale legato alla sensibilizzazione centrale e periferica. Inoltre, nei pazienti con dolore persistente è stata osservata una disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi (HPA), che regola la risposta allo stress e i livelli di cortisolo ed è fondamentale per il controllo dell’infiammazione e dell’immunità innata attraverso il cortisolo [7]. Indagare l’interazione tra stress cronico e quest’asse potrebbe rivelarsi determinante per lo sviluppo di nuovi trattamenti. 

Il grande potenziale delle terapie multidisciplinari 

Si ritiene, in sintesi, che il dolore cronico sia il risultato di un’interazione di fattori neurologici, endocrinologici, psichiatrici e psicosociali, oltre ad alterazioni lungo l’asse intestino-cervello [8].

Tecniche come il neurofeedback stanno emergendo come potenziale trattamento [9]. Il neurofeedback è una tecnica non invasiva che utilizza l’auto monitoraggio dell’attività cerebrale per aiutare le persone a migliorare il loro funzionamento mentale ed emotivo. In pratica, si tratta di un metodo che insegna a controllare le proprie onde cerebrali attraverso un feedback visivo o uditivo. Anche la modulazione del microbiota intestinale sta attirando crescente attenzione come possibile modulatore del dolore. Infatti, le alterazioni del microbiota intestinale e dei suoi metaboliti possono influenzare direttamente o indirettamente la neuroinfiammazione e il sistema neuroimmunitario nell’insorgenza e nella trasduzione del segnale del dolore [10]. Molti studi hanno esplorato la correlazione tra i disturbi psicologici e il microbioma intestinale, trovando specifici modelli di disbiosi intestinale in pazienti che soffrono di depressione e ansia [11]. I risultati di uno studio clinico in pazienti con disturbo depressivo maggiore (MDD) hanno dimostrato una diminuzione dei livelli di espressione genica di IL-6 dopo l’assunzione di un probiotico multispecie di indicazione specifica per sole quattro settimane [12]. Questo risultato conferma gli effetti positivi dei probiotici multispecie sull’infiammazione lieve nei disturbi depressivi [12].

In considerazione di quanto sopra, un gruppo di ricercatori italiani ha ipotizzato che la manipolazione diretta di specifiche aree cerebrali possa migliorare la gestione del dolore e correggere le anomalie del sistema nervoso centrale associate al dolore cronico. Inoltre, un approccio combinato con un probiotico multispecie di indicazione specifica e forte rilevanza medica possa essere quello con l’impatto più efficace [3]. 

Dalle neuroscienze alla modulazione del microbiota

Lo studio, pubblicato su World Journal of Neuroscience, ha arruolato pazienti con sindrome dolorosa funzionale di durata superiore a sei mesi. I soggetti sono stati esaminati prima e dopo il trattamento, con valutazioni sulla gestione dell’ansia, del dolore, sui valori di cortisolo e ritmi cerebrali alpha-theta. I pazienti sono stati sottoposti a un trattamento combinato con:

  • Neuromodulazione centrale tramite neurofeedback che, attraverso l’analisi dei ritmi cerebrali (in particolare alpha-theta) mira a favorire un’attività cerebrale più rilassata, con l’aiuto del principio di autoregolazione;
  • Colloqui psicologici clinici, fondamentali nella cura multidisciplinare, la cui efficacia nel trattamento del dolore cronico è ben documentata in letteratura [13];
  • Somministrazione, una volta al giorno, a stomaco vuoto, di un probiotico multispecie di indicazione specifica e rilevanza medica composto da 9 ceppi batterici: Lactobacillus casei W56, Lactobacillus acidophilus W22, Lactobacillus paracasei W20, Bifidobacterium lactis W51, Lactobacillus salivarius W24, Lactococcus lactis W19, Bifidobacterium lactis W52, Lactobacillus plantarum W62 e Bifidobacterium bifidum W23 e da una matrice prebiotica.

Verso strade multidisciplinari per il trattamento del dolore cronico

I risultati dello studio hanno mostrato miglioramenti significativi in tutte le aree valutate (Figura):

  • Riduzione dell’assunzione di farmaci, con alcuni pazienti che hanno diminuito la dose o persino sospeso del tutto la terapia farmacologica.
  • Riduzione del dolore, dei livelli di cortisolo e dell’ansia.
  • Migliore autoregolazione cerebrale, con conseguente miglioramento della qualità di vita.

Figura: il trattamento combinato per 3 mesi di neurofeedback con il probiotico multispecie ha ridotto l’intensità del dolore (a), il livello serale di cortisolo nella saliva (come indicatore di stress) (b) e l’assunzione di farmaci (c) (p < 0,001).

Il dolore, specialmente quello funzionale, ha un impatto profondo sulla vita di chi ne soffre. “I risultati di questa ricerca supportano l’ipotesi che il trattamento sinergico indicato sia l’approccio più efficace per ridurre il dolore, l’ansia e l’assunzione di farmaci (sia in quantità che in frequenza), per rimodulare i ritmi corticali verso parametri fisiologici, normalizzare i livelli di cortisolo e migliorare la qualità di vita, considerando gli aspetti individuali psicologici, relazionali, lavorativi e sociali” commentano gli autori. Per approfondire ulteriormente questi risultati promettenti, saranno utili studi futuri con l’inclusione di un gruppo di controllo, che potranno offrire una comprensione ancora più dettagliata dell’impatto specifico dei singoli trattamenti. Inoltre, un’analisi più mirata delle diverse terapie farmacologiche adottate dai pazienti potrebbe contribuire a ottimizzare ulteriormente l’efficacia dell’approccio combinato.

Conclusioni

Alla luce di tutte queste considerazioni, appare corretto trattare le patologie dolorose funzionali croniche di origine centrale con un approccio integrato che prevede l’associazione di diverse terapie come la modulazione del microbiota intestinale tramite probiotici ad indicazione specifica, la neuromodulazione con il neurofeedback e i colloqui psicologici clinici. 

Contenuto realizzato con la sponsorizzazione non condizionante dell’Istituto AllergoSan.

Reference

[1] Bourke J.H. et al. (2015) The Common Link between Functional Somatic Syndromes May Be Central Sensitisation. Journal of Psychosomatic Research , 78, 228-236. https://doi.org/10.1016/j.jpsychores.2015.01.003

[2] Anand N. et al. (2022) The Role of Gut Dysbiosis in the Pathophysiology of Neuropsychiatric Disorders. Cells , 12, Article 54. https://doi.org/10.3390/cells12010054

[3] Castelletti M. et al. Clinical Treatment of Functional Pain Syndromes along the Microbiome-Gut-Brain-Axis: Combined Approach with Neuromodulation-Neurofeedback and Multispecies Probiotic DOI: 10.4236/wjns.2024.144010

[4] Dell M.L. et al. (2011) Somatoform Disorders in Children and Adolescents. Psychiatric Clinics of North America, 34, 643-660. https://doi.org/10.1016/j.psc.2011.05.012 

[5] Fantoni F. et al. (2007) Current Concepts on the Functional Somatic Syndromes and Temporomandibular Disorders. Stomatologia, 9, 3-9. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17449972/ 

[6] Dale R. et al. (2016) Multimodal Treatment of Chronic Pain. Medical Clinicsof North America , 100, 55-64. https://doi.org/10.1016/j.mcna.2015.08.012

[7] Rief W. et al. (2005) Psychobiological Perspectives on Somatoform Disorders. Psychoneuroendocrinology, 30, 996-1002. https://doi.org/10.1016/j.psyneuen.2005.03.018

[8] Liu L. et al.  (2023) Gut Microbiota in Chronic Pain: Novel Insights into Mechanisms and Promising Therapeutic Strategies. International Immunopharmacology, 115, Article ID: 109685. https://doi.org/10.1016/j.intimp.2023.109685

[9] Roy R. et al. (2020) Neurofeedback for Pain Management: A Systematic Review. Frontiers in Neuroscience , 14, Article 671. https://doi.org/10.3389/fnins.2020.00671

[10] Ustianowska K. et al. (2022) The Role of the Human Microbiome in the Pathogenesis of Pain. International Journal of Molecular Sciences, 23, Article 13267. https://doi.org/10.3390/ijms232113267

[11] Anand N. et al. (2022) The Role of Gut Dysbiosis in the Pathophysiology of Neuropsychiatric Disorders. Cells, 12, Article 54. https://doi.org/10.3390/cells12010054

[12] Reiter A. et al. (2020) Interleukin-6 Gene Expression Changes after a 4-Week Intake of a Multispecies Probiotic in Major Depressive Disorder—Preliminary Results of the PROVIT Study. Nutrients, 12, Article 2575. https://doi.org/10.3390/nu12092575

[13] Kohrt B.A. et al. (2018) Chronic Pain and Mental Health: Integrated Solutions for Global Problems. Pain, 159, S85-S90. https://doi.org/10.1097/j.pain.0000000000001296

Redazione

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