Ritrovato un testo dimenticato: così Metchnikoff “inventò” i probiotici nel 1901

A 180 anni dalla nascita di Elia Metchnikoff la scoperta di un testo che anticipa le ricerche sul microbioma.
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Ritrovato un testo dimenticato: così Metchnikoff “inventò” i probiotici nel 1901

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Poco tempo fa, durante un convegno medico, ho posto la domanda: quando pensate sia stato immesso in commercio il primo prodotto probiotico? Le risposte sono state varie, ma tutte ponevano la nascita dei probiotici al massimo negli anni 50 del secolo scorso.

La risposta giusta sarebbe stata più di un secolo fa: è intorno al 1907 – 1908 che nasce Lactobacilline, prodotto probiotico ante litteram ideato da quel genio, premio Nobel, dal nome Elia Metchnikoff.

Quest’anno ricorrono 180 anni dalla data della nascita (16 maggio 1845 a Kharkiv, in Ucraina) di questo scienziato Premio Nobel nel 1908, che viene considerato il padre dell’immunologia, inventore del termine “gerontologia, e della “scienza della longevità”, nonché il primo ad aver sperimentato l’uso di batteri “benefici” per contrastare l’azione di batteri patogeni. E l’occasione del ritrovamento di un suo testo fondamentale, fino ad ora dimenticato, fornisce l’occasione per rendere merito a queto ricercatore.

Ma andiamo con ordine. Al suo arrivo all’Institut Pasteur a Parigi, nel 1888, Metchnikoff aveva alle spalle gli anni di lavoro, svolti a Messina a partire dal 1882, sui protozoi e i fagociti. Ricerche che porranno le basi dell’immunologia e che saranno premiate nel 1908 con il Premio Nobel.

Dal suo arrivo all’Istituto Pasteur, Metchnikoff si inserisce nel filone delle ricerche microbiologiche che costituiscono il cuore delle attività del prestigioso centro di ricerca. La composizione della popolazione batterica dell’intestino umano lo affascina e inizia a ipotizzare un legame tra il tipo di batteri ospitati dal nostro sistema digerente e lo stato di salute e più precisamente dalla capacità di difendersi dall’attacco dei batteri patogeni.

Nel 1901 viene insignito in Inghilterra della Medaglia Wilde, un premio assegnato dalla Royal Society of Arts (RSA). È proprio il discorso tenuto in occasione del conferimento di questo premio, discorso “riportato alla luce” dall’amico Massimo Barberi, che l’ha scovato in una libreria nella contea Shropshire, in Gran Bretagna, il tema di questo editoriale. 

La sensazione che si ha leggendo le 38 pagine di questo discorso è scioccante; Metchnikoff espone un “programma di ricerca” che comprende tutti gli argomenti ancora oggi oggetto di attenzione da parte dei ricercatori.

Inizia con una dettagliata descrizione della prima colonizzazione di un neonato da parte dei batteri provenienti dalla madre e dall’ambiente e prosegue poi con una caratterizzazione, veramente stupefacente per la ricchezza di dettagli, della microflora dello stomaco, cosa che lascia stupefatto il microbiologo di oggi. Si prosegue ancora prosegue con la caratterizzazione addirittura della microflora della pelle, argomento solo in tempi recentissimi posto all’attenzione dei microbiologi di area “probiotica”. Descrive addirittura l’agente di dermatite Malassezia, chiamandola con il nome di “batterio bottiglia”.

Metchnikoff presenta poi, nel suo discorso, una dettagliata descrizione della microflora dell’apparato digerente, partendo dal cavo orale e soffermandosi poi su quella dello stomaco (dominato da “sarcine” … forse una prima identificazione dell’Helicobacter, agente causale delle ulcere?)

Dedica poi parecchie pagine alla microflora del piccolo e del grande intestino, già notando la differenza della composizione fra i due ecosistemi.

Compare anche il Bacillus bifidus, che caratterizza la microflora dei neonati allattati al seno. 

Interessante la conclusione di Metchnikoff di questa sezione: «Allo stato attuale della scienza, è impossibile valutare il numero di specie microbiche che costituiscono la flora dell’uomo sano». Solo oggi, con le tecniche di metagenomica, ci stiamo avvicinando a una completa descrizione dell’ecosistema microbico intestinale, ma fuori dai nostri laboratori c’è ancora appeso il cartello “lavori in corso”.

Nelle pagine successive Metchnikoff descrive il rapporto fra i vari tipi di microbi che possono vivere nel corpo umano. Basandosi su diverse osservazioni e studi, Metchnikoff sostiene come alcuni batteri (fra cui quelli del “latte acido”) possano opporsi all’azione dei batteri patogeni. È cauto («Questo ruolo di prevenzione non è mai stato veramente provato, ma nondimeno è molto probabile»), ma chiaramente affascinato dall’idea. Ricordo che siamo nel 1901: nasce qui il concetto di “resistenza alla colonizzazione”, che sarà poi alla base del concetto di “probiotico”.

Nelle pagine successive Metchnikoff dedica molto spazio al ruolo dei microrganismi nei processi digestivi, un ruolo per lui essenziale («Non ci sono dubbi. L’organismo animale non può fare a meno del supporto dei microbi per digerire gli alimenti») e che anche oggi andrebbe approfondito.

Proseguendo nell’elenco delle “intuizioni geniali” si arriva alla descrizione dell’importanza dei metaboliti prodotti dai batteri intestinali, che Metchnikoff considera per lo più tossici per la salute, proponendo un modello di “auto-intossicazione” per una serie di patologie.

Da notare come Metchnikoff suggerisca, in questa sezione del suo discorso, un ruolo dei metaboliti batterici anche nello sviluppo di malattie di tipo psichiatrico, anticipando cosi il concetto dell’asse intestino-cervello, sviluppato molto recentemente.

Purtroppo, il discorso finisce con una “scivolata scientifica”: Metchnikoff è convinto dell’inutilità del colon e forse anche della sua pericolosità. Fino al 1907 rimarrà di quest’idea, proponendo anche la resezione del di questa sezione dell’apparato digerente. Arriverà poi a proporne il controllo tramite l’ingestione di batteri “acidificanti” fondando un’azienda (Le Ferment) produttrice di un antesignano dei latti fermentati probiotici, ma anche un prodotto in polvere, contenete uno lattobacillo specificamente selezionato, prodotto progenitore di tutto gli attuali integratori probiotici.

Leggere il testo di questo discorso è più che istruttivo, è emozionante: grazie a chi gli ha fatto rivedere la luce!

Lorenzo Morelli
Docente di Microbiologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza-Cremona.

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