I neonati a rischio per il diabete di tipo 1 potrebbero trarre beneficio da un trapianto di microbiota fecale materno. Lo dimostra una ricerca condotta su modelli murini pubblicata recentemente su Cell Host & Microbe.
Secondo quanto riportato nello studio, il trasferimento di microbi intestinali da una madre alla sua prole potrebbe contribuire a ridurre il danno che gli antibiotici causano allo sviluppo del microbiota di un neonato.
Diabete di tipo 1, antibiotici e intestino
Il diabete di tipo 1 è una condizione cronica in cui il pancreas produce poca o zero insulina ed è la malattia autoimmune più comune nell’infanzia.
I fattori scatenanti del diabete di tipo 1 rimangono poco chiari, ma il sistema immunitario può certamente contribuire al suo sviluppo.
Diversi studi sui topi hanno dimostrato che una significativa alterazione del microbiota intestinale durante i primi anni di vita, come per esempio quella legata all’assunzione di antibiotici, potrebbe modificare in senso negativo l’interazione tra i microbi intestinali e il sistema immunitario, portando potenzialmente a un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 1.
Inoltre, ricerche precedenti hanno dimostrato che il microbiota dei topi a rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 svolge un ruolo importante nella modulazione del rischio di diabete.
«In un nostro lavoro precedente abbiamo dimostrato che l’esposizione di animali giovani agli antibiotici perturba il microbioma, il quale a sua volta modifica l’immunità associata all’età e l’infiammazione organo-specifica, aumentando così il rischio di malattie immuno-mediate» spiega il coautore dello studio Martin Blaser, della Rutgers University.
Per valutare se sia possibile ripristinare il microbiota dei topi a rischio di diabete di tipo 1, i ricercatori, guidati da Blaser e Xue-Song Zhang, hanno testato l’efficacia del trapianto di microbiota fecale materno, una tecnica attraverso la quale i batteri intestinali vengono trasferiti da una madre a lei prole.
Trapianto fecale per “scongiurare” il diabete
In primo luogo, i ricercatori hanno somministrato antibiotici a topi appena nati, impoverendo così il loro microbiota intestinale. Quindi, metà dei topi ha ricevuto un trapianto di microbiota fecale dalla madre.
Gli animali che hanno ricevuto il trapianto fecale hanno mostrato un rischio ridotto di sviluppare il diabete rispetto a quelli che non hanno ricevuto il trapianto.
Inoltre è stato osservato che il trapianto fecale è in grado di ripristinare l’espressione di diversi geni coinvolti nelle vie metaboliche collegate al rischio di diabete.
«I topi esposti agli antibiotici hanno l’espressione di geni indicatori nella parete intestinale troppo alti o troppo bassi, ma il trapianto li ha riportati quasi ai livelli originali e ha ripristinato le vie metaboliche» afferma Zhang.
«Siamo stati in grado di identificare gruppi di geni che sono tornati alla normalità dopo il trapianto, come se i topi non avessero mai ricevuto gli antibiotici».
I batteri coinvolti
I ricercatori statunitensi hanno inoltre scoperto che batteri come Oscillospira, Lactobacillus e Clostridiales sono risultati impoveriti dal trattamento antibiotico, ma dopo il trapianto fecale sono tornati ai livelli fisiologici. Ulteriori esperimenti hanno peraltro dimostrato che il microbiota intestinale delle madri il giorno della nascita è il più efficace nel normalizzare il microbiota dei cuccioli trattati con antibiotici. «Questo dato è coerente con l’evidenza che al momento della nascita le madri trasmettono un microbiota completo alla loro prole», commentano i ricercatori.
Studi futuri permetteranno di identificare i batteri specifici che potrebbero proteggere i neonati dallo sviluppo del diabete di tipo 1. Tuttavia, questo studio mette in luce l’importanza degli eventi precoci nell’intestino per determinare le condizioni che possono verificarsi nella vita adulta.
Conclusioni
La capacità di ridurre il rischio di diabete attraverso il trapianto di microbiota fecale di origine materna potrebbe avere altre importanti implicazioni, affermano i ricercatori.
«Un ripristino funzionale del microbiota oltre ad approfondire le conoscenze sulla patogenesi [del diabete di tipo 1], ci aiuta anche a capire la più ampia e cruciale questione biologica dell’interfaccia tra il microbiota intestinale della prima infanzia e lo sviluppo immunologico e metabolico del bambino e ci indica la strada per innovativi approcci preventivi e terapeutici», concludono i ricercatori.