Un evento traumatico in tenera età, come il distacco dalla famiglia biologica, ha conseguenze, anche imprevedibili, nel medio termine. Oltre ad aumentare gli episodi ansiosi, infatti, sembrerebbe promuovere anche l’insorgenza di disordini gastrointestinali, la riduzione della diversità batterica intestinale e la modulazione dell’attività nella corteccia prefrontale.
Lo suggerisce lo studio coordinato da Bridget L. Callaghan, della Columbia University, negli Stati Uniti, pubblicato sulla rivista Development and Psychopathology.
È ormai noto come esperienze traumatiche nei primi anni di vita abbiano conseguenze nel lungo termine, incrementando il rischio di disordini mentali e gastrointestinali con ogni probabilità attraverso l’asse di correlazione intestino-cervello. Questo dato però è stato dimostrato solo negli adulti, mentre sono carenti le evidenze nella fase di crescita e/o di sviluppo e quindi nel breve o medio termine.
A tal proposito, i ricercatori hanno dapprima (studio 1) verificato se il trauma, il distacco dalla famiglia biologica in questo caso, sia realmente associato a disturbi gastrici e se questi siano a loro volta precursori di stati ansiosi. In seguito (studio 2), sulla base di campioni fecali e risonanze magnetiche funzionali riferite a un ristretto numero di soggetti, hanno indagato le eventuali alterazioni batteriche e neurobiologiche associate a tali eventi. I risultati ottenuti sono stati molti. Di seguito si elencano i principali suddivisi, per chiarezza, in base alla fase di studio.
Associazione fra trauma, disturbi gastrointestinali e mentali
Per questa prima fase sono stati coinvolti 115 bambini/ragazzi dai 3 ai 18 anni con esperienza di distacco dalla famiglia (n=103 seguiti in istituti, n=12 dati in adozione) e 229 senza tale trauma (gruppo di controllo). L’intensità e la frequenza dei sintomi gastrointestinali (nausea, mal di stomaco ecc.), digestivi (vomito e costipazione) e ansiosi sono stati registrati con opportuni questionari e scale valutative (CBCL e RCADS-P per i primi, SCARED-P per i secondi) a due e quattro anni di distanza dall’evento (T2 e T3 rispettivamente).
Dal confronto dei due gruppi è emerso che:
- l’esposizione a un trauma è significativamente associata con la presenza di disturbi gastrointestinali e digestivi in maniera proporzionale all’età in cui si verifica l’evento
- al baseline, i disturbi gastrointestinali sono significativamente correlati con lo stato ansioso, il genere e l’avere o meno avuto un’esperienza traumatica, ma non con l’età
- i disordini digestivi e l’età non hanno presentato associazione con la variazione dello stato ansioso al contrario di genere e presenza o meno di trauma
- durante lo studio (T2 e T3), i disturbi gastrointestinali hanno mostrato interazione sia con il tempo sia con il gruppo di appartenenza (in presenza di trauma o meno). Con l’ansia si è mantenuta associazione in T2, ma non in T3, il che suggerisce un effetto di riduzione tempo-dipendente
Associazione microbioma-cervello
Un ulteriore approfondimento è stato condotto su un sottogruppo di 16 soggetti. Dall’analisi dei questionari relativi alle caratteristiche demografiche e alla dieta, compilati dai genitori e/o dai soggetti inclusi, dei campioni di microbioma fecale e delle immagini di risonanza magnetica funzionale cerebrale si è visto che:
- tra tutti i campioni, i batteri del genere Bacteroides hanno registrato l’espressione maggiore senza nette distinzioni in base al gruppo di appartenenza. E’ stata, invece, osservata una correlazione positiva tra la loro espressione e il consumo medio di carboidrati
- l’alpha-diversity, la beta-diversity e la ricchezza batterica hanno mostrato valori inferiori nel gruppo con trauma
- sulla base dell’analisi LefSe, sono stati evidenziati 2 generi come possibili biomarcatori, uno dell’ordine Clostridiales (famiglia Lachnospiraceae) e l’altro di genere e famiglia sconosciuti, entrambi più espressi nel gruppo di controllo
- il livello di un ristretto cluster di Bacteroides ha presentato associazione con l’attività della corteccia mediale frontale. L’espressione di Lachnospiraceae ha, inoltre, mostrato correlazione positiva con la funzionalità della corteccia prefrontale laterale sinistra, di quella mediale e del cervelletto, ma negativa con il giro postcentrale
- luogo di origine, quoziente intellettivo e genere (variabili demografiche) hanno dimostrato di non impattare sull’associazione tra reattività cerebrale e livelli di Bacteroides o Lachnospiraceae rispettivamente
In conclusione, dunque, come per gli adulti, anche durante la fase della crescita e sviluppo l’esperienza di un trauma in tenera età aumenta i disturbi gastrointestinali e ansiosi. Non solo, impatta sul microbioma intestinale diminuendone la diversità e sull’attivazione di specifiche aree cerebrali implicate nella regolazione della paura e delle emozioni.
Nonostante le limitazioni e la preliminarietà di questi risultati, appare chiaro come sia importante prestare attenzione anche ai primi sintomi gastro-correlati in quanto possibili precursori di disordini mentali più difficili da diagnosticare e curare. Maggiori informazioni potranno inoltre essere ricavate da ulteriori studi sul microbioma intestinale di bambini e ragazzi sottoposti a traumi.