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Colangite: ricerca norvegese svela il ruolo del microbiota intestinale

Un gruppo di ricercatori presso l’Università di Oslo ha dimostrato l’esistenza di una correlazione tra il microbiota intestinale e la colangite.
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Colangite: ricerca norvegese svela il ruolo del microbiota intestinale

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Un gruppo di ricercatori presso l’Oslo University Hospital, a Oslo (Norvegia), ha dimostrato l’esistenza di una correlazione tra il microbiota intestinale e alcune forme di infiammazione epatica.

I risultati della sperimentazione, condotta su modelli murini di colangite, sono stati pubblicati sul Journal of Hepatology.

L’associazione fra le infiammazioni a carico dell’intestino e quelle che colpiscono le vie biliari negli esseri umani, già dimostrata in lavori precedenti, ha spinto i ricercatori a esplorare l’ipotesi che il microbioma intestinale e l’attivazione dei linfociti a livello enterico svolgano un ruolo preciso nello sviluppo di tali infiammazioni.

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno lavorato su un gruppo di topi geneticamente selezionati per sviluppare in maniera spontanea l’infiammazione alle vie biliari.

I risultati delle analisi, confrontati con un gruppo di controllo di topi sani, hanno confermato la tesi, rilevando una diversa composizione del microbiota intestinale tra i due gruppi.

Per confermare i risultati ed escludere influenze da parte dell’ambiente esterno (il cosiddetto “effetto gabbia”), i topi sono stati trasferiti presso un’altra struttura di ricerca, dove sono state riscontrate le stesse differenze di base nella composizione del microbiota.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Oslo, da sinistra a destra: Laura Valestrand, Espen Melum, Xiaojun Jiang, Anne Pharo, Eva Kristine K. Henriksen e Natalie L. Berntsen.

La coabitazione degli animali, inoltre, ha escluso la possibilità che questo tipo di infiammazione sia trasmissibile, come invece accade per patologie come la colite o la steatosi epatica non alcolica.

I ricercatori hanno inoltre voluto valutare l’impatto del microbioma intestinale sulla malattia, e hanno quindi messo a confronto gli animali con un altro gruppo di controllo, questa volta di topi cresciuti in ambiente sterile.

A parità di predisposizione alla malattia, i topi privi di microbioma intestinale hanno mostrato meno segni di infiammazione rispetto ai topi convenzionali.

Un effetto simile è dato anche dal trattamento a base di antibiotici, i quali sono in grado di alleviare i sintomi dell’infiammazione, nonostante i ricercatori stessi precisino che si tratta di un metodo meno controllabile rispetto alla crescita in ambiente sterile.

Nel complesso, i risultati dello studio suggeriscono che il microbioma intestinale possa contribuire alla insorgenza delle infiammazioni dei dotti biliari in maniera indipendente da altri fattori e che l’uso di antibiotici può alleviare i sintomi della malattia.

Davide Soldati

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