Il trapianto di microbiota fecale attraverso somministrazione orale in capsule nel trattamento dell’infezione recidivante da Clostridioides difficile è efficace e sicuro quanto la somministrazione per via colonscopica, ormai utilizzata da anni nella pratica clinica.
Lo rivela un recente studio pubblicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology.
Un decennio di pratica clinica nel trapianto di microbiota
Negli ultimi dieci anni, il trapianto di microbiota fecale è stato adottato con successo nella pratica clinica, in seguito all’aumento dell’incidenza delle infezioni da Clostridioides difficile recidivanti (rCDI) e al fallimento delle terapie antibiotiche standard.
Infatti, le terapie antibiotiche possono peggiorare la disbiosi intestinale, mentre il trapianto è in grado di ripristinare il microbiota, controllando con successo le infezioni ricorrenti da Clostridioides difficile.
L’efficacia del trapianto di microbiota è stata provata da ampi studi e, per questo, è ormai inclusa come opzione terapeutica per le rCDI in molteplici linee guida internazionali.
Nonostante la sicurezza sia stata accertata, molti pazienti non sono idonei a ricevere questo tipo di terapia che, generalmente, viene somministrata tramite colonscopio, utilizzando feci crioconservate e omogeneizzate da donatori sani.
Una capsula per evitare la colonscopia
Da quest’anno è disponibile una nuova preparazione di feci incapsulate liofilizzate per somministrazione orale (cap-FMT).
Il trattamento con capsule orali offre vantaggi in termini di facilità di trattamento, poiché non c’è bisogno di una pulizia intestinale con lassativi e si evitano i rischi associati alla colonscopia.
Bisogna, però, considerare che la colonscopia permette di trasferire il microbiota direttamente nell’intestino e consente la valutazione diagnostica della mucosa del colon.
Per questo, un recente studio ha avuto come obiettivo quello di indagare e mettere a confronto gli esiti clinici associati all’uso di colo-FMT e cap-FMT per il trattamento di rCDI in coorti real world.
Lo studio ha analizzato gli esiti clinici e gli eventi avversi dopo trapianto di microbiota eseguito per il trattamento di rCDI in sei siti differenti.
L’intervento è stato eseguito utilizzando uno dei due metodi standardizzati, nelle formulazioni prodotte dall’Università del Minnesota nel Programma Microbiota Therapeutics: liofilizzato/incapsulato per somministrazione orale o congelato-scongelato/liquido per la somministrazione per via colonscopica.
Il tasso di guarigione della rCDI e la sicurezza del trattamento sono state poi valutate a 1 e 2 mesi. In totale, sono stati eseguiti 301 trapianti di microbiota in 269 pazienti unici.
Due terzi hanno ricevuto il trattamento cap-FMT. I tassi di guarigione si sono assestati sull’86% a 1 mese e sull’81% a 2 mesi.
Nella coorte non sono state rilevate nuove questioni relative alla sicurezza del trattamento. Come in altri studi, infatti, erano comuni cambiamenti nella funzione dell’intestino tra cui diarrea, costipazione, presenza di gas intestinale e gonfiore. Effetti che potrebbero essere attribuiti all’infezione da Clostridioides difficile, oltre che al trattamento.
Conclusioni
Lo studio ha permesso di confermare che il trapianto di microbiota fecale è altamente efficace nel trattamento della rCDI nella pratica clinica.
Inoltre, non sono state registrare differenze nell’efficacia o nella sicurezza delle due forme di trattamento, cap-FMT o colo-FMT. La cap-FMT, in più, ha permesso di mitigare qualsiasi rischio relativo alla colonscopia. Non sono stati rilevati nuovi problemi relativi alla sicurezza e non è stata identificata alcuna trasmissione di agenti infettivi. Quindi, la cap-FMT potrebbe rivelarsi un’alternativa più semplice e sicura nel trattamento dell’infezione da Clostridioides difficile.