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Infertilità: monitorare il microbioma vaginale per prevedere l’efficacia dell’impianto

Uno studio dell’Università di Siena presentato al 47° congresso nazionale SIM (Società Italiana di Microbiologia) ha analizzato i fluidi vaginali di donne sottoposte a procedure di procreazione medicalmente assistita prima e dopo il trattamento ormonale per osservare, utilizzando biomarker di salute vaginale, come cambia l’ecosistema microbico durante questi trattamenti.

«Abbiamo visto – ci spiega Elisa Lazzeri, ricercatrice presso l’Università di Siena e componente del team che ha lavorato allo studio – che le diammine vaginali, prodotti del catabolismo di batteri molto rappresentati in pazienti con vaginosi batterica, dopo il trattamento ormonale aumentano moltissimo in termini di concentrazione. Al contempo, il microbiota vaginale si caratterizza per la presenza e l’aumento di particolari specie batteriche come streptococchi ed enterobacteriaceae a sfavore dei lattobacilli. Questa disbiosi è strettamente correlata al successo o meno dell’impianto, infatti la maggior parte delle donne che falliscono nell’impianto sono positive per la presenza di batteri patogeni nei fluidi vaginali e hanno un’alta concentrazione di diammine. Lo studio ci conferma quindi la necessità di avere ottimi biomarker di salute

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