Con il termine binge drinking ci si riferisce al consumo di una grande quantità di alcol in un breve periodo, un comportamento comune durante l’adolescenza.
Studi recenti hanno associato cambiamenti nel microbioma intestinale alla gravità dei disturbi da uso di alcol (AUD), indicando il potenziale ruolo del microbioma nello sviluppo dell’AUD.
Inoltre, è stata dimostrata una chiara correlazione tra la composizione del microbioma e il funzionamento socio-emotivo in vari disturbi, tra cui l’AUD.
Un recente studio osservazionale di John Cryan e colleghi, pubblicato sulla rivista The Lancet, identifica potenziali indicatori precoci del desiderio di alcol e indica cambiamenti nel microbioma intestinale di giovani che si dedicano al binge drinking.
Per identificare i primi biomarcatori dell’abuso di alcol, i ricercatori della University College Cork hanno misurato i modelli di consumo di alcol, hanno condotto un esame neuropsicologico, hanno analizzato campioni biologici per misurare i livelli di marcatori infiammatori e hanno infine eseguito il sequenziamento del microbioma intestinale da campioni di feci.
Marker infiammatori, craving e cognizione sociale
I cambiamenti nella risposta immunitaria, che rappresenta un potenziale mediatore della comunicazione intestino-cervello, sono stati valutati misurando i livelli di marcatori infiammatori del sangue.
Il numero di episodi di binge drinking e di craving, ovvero l’urgenza di bere, è risultato positivamente correlato con una maggiore reattività di alcuni fattori infiammatori; in particolare, più recente era l’episodio di binge drinking, maggiore era la risposta, suggerendo una maggiore reattività del sistema immunitario.
Inoltre, più episodi di binge drinking sono stati associati a una maggiore impulsività, in linea con quanto già pubblicato in letteratura. Livelli più elevati di binge drinking sono risultati anche associati a difficoltà nel riconoscimento delle emozioni, in particolare disgusto e tristezza, e a una velocità di elaborazione più lenta nei compiti cognitivi.
Questi risultati sono coerenti con studi precedenti che hanno mostrato difficoltà cognitive e tempi di reazione più lenti negli individui che si dedicano al binge drinking.
Alterazioni del microbioma intestinale
L’analisi del microbiota intestinale ha rivelato che livelli più elevati di consumo di alcol in un singolo episodio erano collegati a cambiamenti nella composizione e nella funzionalità del microbiota intestinale.
In effetti, sono state riscontrate differenze significative nella beta-diversity, in linea con uno studio precedente che riportava differenze di beta-diversity associate a una maggiore concentrazione di alcol nel sangue dei giovani.
È interessante notare che i ricercatori hanno osservato anche l’aumento di Veillonella dispar e la riduzione dei livelli di alcune specie di batteri del genere Alistipes e della specie Ruthenibacterium lactiformans. Quest’ultima, legata a un desiderio più elevato nel tempo, potrebbe rappresentare un possibile biomarcatore precoce del desiderio.
Infine, anche la cognizione sociale e l’impulsività sono risultate fortemente legate ai cambiamenti nel microbioma intestinale.
In particolare, livelli più elevati di impulsività motoria sono stati associati a una riduzione di Collinsella spp. e un aumento di Roseburia e P. arabacteroidetes spp. Scarso riconoscimento delle emozioni, difficoltà nel riconoscere la tristezza nelle espressioni facciali erano legate invece a una ridotta abbondanza di Clostridium spp., Flavonifractor plautii ed Eggerthella lenta, nonché a una maggiore abbondanza di Coprococcus spp.
Quest’ultima è risultata anche correlata positivamente a marcatori infiammatori stimolati, suggerendo che il sistema immunitario può svolgere un ruolo nella relazione tra microbiota intestinale e funzionamento emotivo.
Conclusioni
Nel complesso, questi risultati suggeriscono quindi che il microbioma intestinale può agire come regolatore della cognizione sociale, in linea con il crescente numero di ricerche su questo argomento.
Questo studio identifica anche una firma del microbiota intestinale in individui giovani che si dedicano al binge drinking, anche in assenza di dipendenza, nonché potenziali marcatori precoci del microbioma del craving, suggerendo che le alterazioni nei marcatori infiammatori stimolati potrebbero essere un mediatore nella comunicazione tra intestino e cervello. Sebbene siano necessari ulteriori studi, i dati ottenuti suggeriscono che la disregolazione nell’asse microbioma-intestino-cervello può contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare una psicopatologia, in particolare durante il periodo vulnerabile dell’adolescenza.