Il sonno gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento di una buona salute psicofisica, dal momento che può influenzare i livelli ormonali, l’umore e il peso. Lo studio del ruolo dell’asse microbiota-intestino-cervello sulla qualità del sonno sta suscitando un crescente interesse.
Infatti, alcune recenti ricerche hanno dimostrato che specifici cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale possono essere all’origine di diversi disturbi del sonno.
Su questo argomento sono stati pubblicati di recente due studi diversi. Nel primo studio il gruppo di ricercatori dell’University College Cork, in Irlanda, coordinati da John Cryan, ha mostrato una correlazione tra l’alterazione dell’asse microbiota-intestino-cervello e vari disturbi del sonno e patologie associate; nel secondo studio è stato approfondito il legame anche con disordini metabolici.
Disbiosi intestinale e qualità del sonno
L’indagine irlandese ha in primis confermato l’associazione tra disbiosi intestinale e disturbi del sonno, tra cui insonnia e apnee notturne.
Inoltre, ha dimostrato che modulare il microbiota intestinale attraverso probiotici e/o prebiotici, o con il trapianto di microbiota fecale, potrebbe essere una valida strategia nell’ottica di migliorare la qualità del sonno nei pazienti con IBS (intestino irritabile), disturbo che in molti casi si associa a problemi di sonno.
Il team di ricercatori irlandesi ha inoltre dimostrato, sempre in questo studio, che il consumo di specifici alimenti, come il latte fermentato e gli alimenti di origine vegetale ricchi in polifenoli, è in grado di migliorare la qualità del sonno. Un effetto probabilmente mediato anche dall’asse intestino-cervello.
Review italiana su microbiota e insonnia
Una recentissima review italiana, condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, pubblicata su Sleep Medicine, ha analizzato la letteratura scientifica più attuale con l’obiettivo di fare chiarezza sul legame tra patologie del sonno e disbiosi intestinale, alla luce soprattuto di recenti evidenze secondo le quali questi due disturbi potrebbero aumentare il rischio di disordini metabolici.
La maggior parte degli studi illustrati in tale review sono concordi sul fatto che un’alterazione della composizione batterica intestinale, caratterizzata da un aumento del rapporto Firmicutes/Bacteroidetes e da una alterazione della barriera intestinale, sia associata a disturbi del sonno.
Sia nei pazienti adulti, sia nei bambini con disturbi respiratori legati al sonno, la permeabilità intestinale è risultata correlata a livelli plasmatici più elevati di lipopolisaccaride (LPS) e di mediatori dell’infiammazione.
Nonostante ci siano poche differenze tra la composizione del microbiota intestinale correlato ai disturbi del sonno legati alla respirazione e quello correlato ai disturbi da privazione del sonno, non è stato identificato un nesso causa-effetto tra questi disturbi e la composizione del microbiota intestinale.
Necessari studi di metabolomica
Per capire se esiste questa connessione causale, gli studi sul microbiota intestinale non dovrebbero essere basati solo sulla caratterizzazione tassonomica, ma anche su approcci funzionali e metabolici dell’ecosistema microbico.
Studi recenti dimostrano che i metaboliti microbici, il sistema serotoninergico, il nervo vago e le reazioni immunitarie svolgono un ruolo di primo piano all’interno del cosiddetto asse cervello-microbiota-intestino proprio nei processi che regolano il sonno.
Sono necessarie ulteriori indagini per comprendere la funzione che il microbiota intestinale svolge nella modulazione del sonno e il meccanismo con cui può o meno favorirlo , individuando le molecole coinvolte e l’esatta azione.
Patologie multifattoriali come i disturbi del sonno richiedono approcci multidisciplinari per identificare strategie volte ad evitare conseguenze negative sulla salute umana. Queste strategie potrebbero basarsi su modifiche dello stile di vita, dieta personalizzata, somministrazione di prebiotici e “psicobiotici”.