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L. reuteri LMG P-27481: la sua storia, le sue proprietà ceppo specifiche

A fare il punto sul ceppo probiotico documento expert opinion a firma di Lorenzo Morelli, microbiologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza – Cremona.
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L. reuteri LMG P-27481: la sua storia, le sue proprietà ceppo specifiche

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Un esempio paradigmatico di caratterizzazione di un ceppo probiotico mediante le più avanzate metodologie è Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481.

Punto di partenza, l’analisi genetica che ha svelato la sequenza completa del suo DNA, evidenziando la presenza di 188 geni esclusivi, che gli conferiscono proprietà specifiche e notevoli potenzialità probiotiche.

Come attesta un importante lavoro che ha caratterizzato L. reuteri LMG P-27481 (1), i risultati dell’analisi genomica sono stati poi confermati dagli studi condotti in vitro e su modelli animali, che hanno messo in mostra una potente attività antinfiammatoria mediante la stimolazione della secrezione di IL-10 e spiccate capacità di antagonismo nei confronti di batteri patogeni, in particolare il Clostrudium difficile.

A completare il percorso di L. reuteri LMG P-27481 verso il traguardo della dimostrazione di efficacia sono quindi arrivate le evidenze cliniche nell’uomo. È stato infatti recentemente pubblicato su “Microorganisms” un trial clinico che ha messo alla prova un preparato a base di Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 e di Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103 in un gruppo di pazienti ricoverati in ospedale e sottoposti ad antibioticoterapia (2).

Disbiosi da antibiotici

Com’è noto, l’inevitabile disbiosi determinata da un trattamento antibiotico suggerisce il ricorso a un probiotico per preservare o ripristinare l’assetto fisiologico del microbioma.

Al varco c’è prima di tutto la diarrea associata agli antibiotici, che riguarda il 5-35% dei pazienti sottoposti ad antibioticoterapia, specialmente se anziani, affetti da comorbilità e ricoverati in ospedale.

Nella maggioranza dei casi la diarrea da antibiotici non si presenta in forma severa, ma può protrarre la permanenza in ospedale e aprire il varco all’infezione da Clostridium difficile, con tutte le conseguenze del caso.

In effetti, sono sufficienti pochi giorni di antibioticoterapia per produrre effetti deleteri sulla microflora intestinale, come la riduzione della ricchezza tassonomica e l’upregulation dei geni che determinano la resistenza ad alcune classi di farmaci.

La disbiosi che ne deriva si riflette sulla salute dell’organismo in termini di aumentata suscettibilità a patogeni come il C. difficile, ma comporta anche una ridotta produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), squilibri elettrolitici con diarrea, disfunzioni della barriera intestinale con conseguente infiammazione.

 Il ricorso ai probiotici in chiave preventiva

Lo studio pubblicato su “Microorganisms” aveva appunto l’obiettivo di valutare l’efficacia di L. reuteri LMG P-27481, in associazione con un ceppo di Lacticaseibacillus rhamnosus, nella prevenzione della diarrea da antibiotici, dell’infezione da C. difficile e di altri sintomi gastrointestinali in 113 pazienti (età media 68,51 anni) che sono stati randomizzati a ricevere il preparato a base di probiotici due volte al giorno in aggiunta agli antibiotici, o soltanto gli antibiotici.

I risultati sono eloquenti: il 28% dei pazienti del gruppo di controllo ha sviluppato forme diarroiche contro l’11% dei pazienti che hanno ricevuto il probiotico (p <0.05). Ancora più evidenti i risultati riguardanti l’infezione da C. difficile, manifestata dall’11% dei controlli ma da nessuno dei pazienti del gruppo trattato con il mix di probiotici (p <0.01). Infine, il 9% dei controlli ha presentato vomito, contro il 2% del gruppo probiotico (p <0.05). Tutto questo in assenza di eventi avversi.

Lo studio attesta dunque l’efficacia e la sicurezza di un preparato probiotico a base di Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 e di Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103 nella prevenzione della diareea da antibiotici e dell’infezione da C. difficile, attestando che il ricorso a specifici ceppi probiotici durante la terapia antibiotica consente di prevenire la disbiosi del microbiota intestinale e le sue complicanze.

Un percorso tanto innovativo quanto virtuoso

L. reuteri LMG P 27481 costituisce uno splendido esempio di caratterizzazione di un ceppo probiotico mediante le più avanzate metodologie.

Infatti per questo ceppo si è utilizzato un approccio combinato di analisi delle potenzialità genetiche e delle attività in vitro e nel modello animale. Non a caso, l’articolo che per la prima volta porta alla ribalta il ceppo ha nel titolo la definizione di “target specific selection process”, un percorso tanto innovativo quanto virtuoso oggi approdato alla clinica. Si può concludere quindi affermando come L. reuteri LMG P 27481 appartenga a una specie di lunga e comprovata sicurezza d’uso ma anche che sia il risultato di un processo di selezione innovativo, che ha permesso di evidenziare tutti i suoi punti di forza, a partire dalla base genetica di queste caratteristiche peculiari e uniche.

Contenuto realizzato in collaborazione con NOOS.

Reference

  1. Sagheddu V, Uggeri F, Belogi L, Remollino L, Brun P, Bernabè G, Moretti G, Porzionato A, Morelli L, Castagliuolo I, Elli M. The Biotherapeutic Potential of Lactobacillus reuteri Characterized Using a Target-Specific Selection Process. Front Microbiol. 2020 Apr 15;11:532. doi: 10.3389/fmicb.2020.00532. PMID: 32351460; PMCID: PMC7176361.
  2. Saviano A, Petruzziello C, Cancro C, Macerola N, Petti A, Nuzzo E, Migneco A, Ojetti V. The Efficacy of a Mix of Probiotics (Limosilactobacillus reuteri LMG P-27481 and Lacticaseibacillus rhamnosus GG ATCC 53103) in Preventing Antibiotic-Associated Diarrhea and Clostridium difficile Infection in Hospitalized Patients: Single-Center, Open-Label, Randomized Trial. Microorganisms. 2024 Jan 18;12(1):198. doi: 10.3390/microorganisms12010198. PMID: 38258024; PMCID: PMC10819176.
Redazione

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