Secondo un recente studio trapianti fecali aiutano i topi che invecchiano prematuramente a vivere più a lungo. I risultati, pubblicati su Nature Medicine, suggeriscono l’esistenza di un legame tra l’invecchiamento e il microbiota intestinale e potrebbero un giorno aiutare a individuare trattamenti probiotici mirati per le condizioni legate all’età.
La disbiosi intestinale è stata associata a una varietà di condizioni, tra cui obesità, diabete di tipo 2 e cancro. Rimane invece ancora molto da scoprire sul ruolo dei microbi intestinali nell’invecchiamento, nonostante alcuni studi abbiano rilevato un’associazione fra malattie legate all’età e cambiamenti nel microbiota intestinale.
A questo scopo, Clea Bárcena dell’Università di Oviedo e i suoi colleghi hanno esaminato il microbiota intestinale di 5 bambini con progeria, un disturbo genetico che causa invecchiamento prematuro e morte, nonché i batteri intestinali dei topi geneticamente modificati per presentare sintomi simili alla progeria.
Alterazioni batteriche
Sia i bambini sia i topi con progeria hanno sviluppato squilibri nel microbiota sempre più gravi man mano che la malattia progrediva. In particolare, è stato rilevato un aumento del numero di Proteobatteri e Cianobatteri e una diminuzione dei livelli di batteri dal phylum Verrucomicrobia.
Al contrario, i ricercatori non hanno osservato tali cambiamenti nei campioni di feci prelevati da 17 centenari, nei quali sono stati rilevati invece alti livelli di Verrucomicrobia.
Trapianto fecale
Successivamente, i ricercatori hanno valutato l’impatto del cambiamento del microbiota intestinale dei topi con progeria sul decorso della malattia, osservando che il trapianto fecale da topi sani a topi con progeria ha rallentato la progressione dei sintomi in poche settimane. I topi hanno infatti perso meno peso e vissuto circa il 15% in più rispetto ai topi non trattati.
Il trapianto fecale da topi con progeria a topi sani ha invece causato un rallentamento nel metabolismo, ma non è stato rilevato alcun sintomo simile alla progeria.
Batteri benefici
I ricercatori hanno poi rilevato che il trapianto con Akkermansia muciniphila, un batterio della famiglia Verrucomicrobia, era sufficiente per ottenere effetti positivi nei topi riceventi. Inoltre, secondo quanto emerso da analisi metabolomiche dell’ileo, i benefici ottenuti dalla reintroduzione di un microbiota sano potrebbero dipendere dal ripristino dei livelli degli acidi biliari secondari prodotti dai batteri intestinali, che sono risultati bassi nei topi con progeria e abbondanti negli individui di età superiore ai 100 anni.
Sebbene siano necessari ulteriori studi, i risultati ottenuti indicano l’esistenza di un’associazione tra l’invecchiamento e la disbiosi intestinale e il possibile ruolo di trattamenti microbiome-based per la cura di patologie legate all’età.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione