Moltissimi sono i fattori che influenzano la salute del microbiota intestinale. Tra questi anche l’esercizio fisico ha mostrato avere una rilevanza nel modulare l’equilibrio dei microrganismi intestinali.
La durata e l’intensità degli allenamenti sembrano essere determinanti nel definire se gli effetti siano positivi o negativi.
Con l’obiettivo di comprendere le conseguenze di un allenamento ad alta intensità, un team di ricercatori, tutto italiano, dell’Università di Urbino, dell’Università Telematica San Raffaele e del reparto di gastroenterologia dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza ha lavorato per analizzare la composizione del microbiota intestinale di giovani adulti.
È stato visto che l’esercizio modula la composizione del microbiota intestinale senza influenzare ricchezza e diversità microbiche.
Ciclismo indoor ad alta intensità
In tale studio, diciassette studenti universitari maschi sani hanno completato trentasei sessioni di allenamento di ciclismo indoor per nove settimane.
I campioni di microbiota sono stati prelevati prima e dopo gli allenamenti e studiati mediante il sequenziamento dell’rRNA 16S.
Sequenziando la regione V3-V4 del gene 16S rRNA di Archaea e Bacteria da 34 campioni fecali sono stati identificati 11 phyla, 22 classi, 34 ordini, 62 famiglie e 123 generi.
L’esercizio fisico ha indotto cambiamenti nella composizione del microbiota, a tutti i livelli tassonomici analizzati. Al contrario, non sono state riscontrate differenze tra le condizioni pre e post allenamento in termini di ricchezza microbica.
I phyla batterici più abbondanti identificati sono stati Firmicutes, Bacteroidetes, Proteobacteria: le abbondanze relative medie sono state del 45,5% e 56,0% per Firmicutes, 43,5% e 35,3% per Bacteroidetes e 7,6% e 2,2% per Proteobacteria, rispettivamente prima e dopo gli allenamenti.
Come cambia il microbiota dopo lo sport
Sono state rilevate differenze tra le condizioni pre e post allenamento a livello di phylum, con un aumento di Actinobacteria e una riduzione di Proteobacteria e Cyanobacteria.
Non sono state riscontrate variazioni significative per Firmicutes e Bacteroidetes, sebbene si siano osservati dei cambiamenti durante lo studio.
In aggiunta, differenze significative tra l’abbondanza relativa dei generi maggiormente rappresentati sono state attribuite ai seguenti generi: Bifidobacterium, Parabacteroides, Prevotella, Dorea, Lachnospira, la famiglia Ruminococcaceae i cui generi non è stato possibile classificare, Phascolarctobacterium e Sutterella.
I cambiamenti nell’abbondanza relativa di alcuni batteri sono stati correlati ai cambiamenti di alcuni fattori ambientali, tra i quali le caratteristiche dietetiche.
Alcune modifiche nel microbiota intestinale che sembrano essere associate all’esercizio fisico potrebbero, invece, essere dovute a cambiamenti nelle abitudini alimentari, in particolare nel consumo di verdure e carboidrati.
Infatti, durante il periodo di allenamento è stato osservato un aumento significativo dell’assunzione di proteine vegetali (+15,8%), carboidrati (+23,2%) e vitamina C, suggerendo un consumo maggiore di frutta e verdura rispetto al periodo pre-allenamento.
Conclusioni
Per concludere, le interazioni reciproche tra esercizio, microbiota intestinale e dieta sono fondamentali per ottimizzare le prestazioni fisiche e, più in generale, la salute umana.
In particolare, l’aumento dell’assunzione di fibre comporta una maggiore produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) butirrato, propionato e acetato, i quali fanno da intermediari tra il microbiota intestinale e il muscolo scheletrico.