Il probiotico L. rhamnosus GG sembra aumentare l’abbondanza di Bifidobacteria a livello intestinale e potrebbe determinare un migliore decorso clinico in casi di fibrosi cistica infantile.
Lo conclude lo studio di Kathryn J. Ray e colleghi della University of California, San Francisco (USA), recentemente pubblicato su BMC Pulmonary Medicine.
Fibrosi cistica e microbiota intestinale
L’overproduzione di muco, tipica della fibrosi cistica, non interessa solo l’apparato respiratorio, ma anche quello digerente. Da qui il generale basso BMI e disbiosi intestinale.
A incidere sull’equilibrio della comunità batterica e, di conseguenza, sulla risposta immunitaria anche la somministrazione di antibiotici per le frequenti infezioni.
Nel contesto di questa patologia, il ruolo di L. rhamnosus GG (LGG) rimane però controverso. I ricercatori hanno quindi ipotizzato come il supplemento di LGG vada ad alterare il microbiota intestinale in pazienti pediatrici, ma che, in alcuni, questo impatto non sia così evidente da influenzare l’equilibrio del microbiota locale e/o il decorso della malattia.
Per verificarlo, 22 bambini con fibrosi cistica hanno ricevuto quotidianamente per un anno il supplemento di LGG vs 28 controlli trattati solo con placebo, valutandone il profilo batterico attraverso la raccolta di campioni salivari e fecali e analizzandone la salute generale. Di seguito le principali evidenze.
I risultati dello studio
Partendo da un’osservazione generale:
- Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa e Stenotrophomonas maltophilia sono risultati essere i patogeni predominanti nello sputo
- la maggior parte dei soggetti al basale ha mostrato una predominanza di Bifidobacteria (32%, N = 16) o Bacteroides (18%, N = 9), seguiti a distanza da Prevotella (8%, N = 4), Lactobacillus (6%, N = 3), Enterococcus (4%, N = 2), Acidaminococcus (2%, N = 1), Blautia (2%, N = 1), Collinsella (2%, N = 1), Coprococcus (2%, N = 1), Faecalibacterium (2%, N = 1), Parabacteroides (2%, N = 1), Proteus (2%, N = 1), Ruminococcus (2%, N = 1) e generi non identificati (16%, N = 8)
Il supplemento di LGG ha quindi modificato il microbiota?
- nessun significativo cambiamento in termini di diversità alfa tra i due gruppi sebbene si sia vista una tendenza a un aumento in quello con placebo
- la diversità beta fecale è invece risultata associata al genere dominante e all’outcome clinico a 12 mesi
- a 12 mesi, la predominanza si è riconfermata per Bifidobacterium (29%; N = 22) e Bacteroides (19%, N = 15)
- soggetti con predominanza di Bifidobacterium hanno registrato una minor concentrazione di calprotectina fecale, marcatore di infiammazione, e un minor bisogno di antibiotici
- la distribuzione dei generi dominanti ha dimostrato di variare in base al supplemento o meno di LGG. Nel gruppo con supplemento infatti, si è vista una transizione a 12 mesi verso profili principalmente dominati da Bifidobacterium (N = 4). A seguire, Faecalibacterium (N = 2), Collinsella (N = 1), o Acidaminococcus (N=1). Nel gruppo placebo invece a dominare sono risultati essere Bacteroides (N = 4), Parabacteroides (N = 1), Streptococcus (N = 1), Enterococcus (N = 1), Ruminococcus (N = 1), Proteus (N = 1), o Bifidobacterium (N=1)
Conclusioni
Per riassumere, quindi, un supplemento di LGG sembrerebbe favorire la proliferazione di Bifidobacterium fornendo una plausibile spiegazione per la migliore risposta clinica e immunologica alla patologia di alcuni di questi bambini rispetto alla controparte con placebo.
La ridotta dimensione del campione, come sostengono gli stessi autori, potrebbe tuttavia andare a limitare la significatività e riproducibilità dei risultati. Ulteriori e più ampi studi sono quindi necessari al fine di validare l’apporto di L. rhamnosus GG nel contesto della fibrosi cistica infantile.