Più di 17 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie cardiovascolari. Una nuova ricerca sui topi suggerisce che specifici batteri intestinali potrebbero essere utilizzati come target per il trattamento di una delle principali cause delle malattie cardiovascolari.
I risultati, pubblicati su Nature Metabolism, supportano anche l’idea che un metabolita isolato dai funghi utilizzato nella medicina tradizionale asiatica eserciti effetti benefici modulando il microbiota intestinale.
Intestino, microbiota e aterosclerosi
Sebbene i batteri intestinali e i loro metaboliti possano contribuire a diverse malattie metaboliche come l’obesità, si sa poco dell’interazione tra il microbiota intestinale e l’aterosclerosi.
«L’aterosclerosi, caratterizzata dalla formazione di placche sulle pareti dei vasi, dalla disfunzione endoteliale e dall’infiammazione della parete arteriosa, è una delle principali cause di malattie cardiovascolari», osservano gli autori dello studio, guidati da Shuang-Jiang Liu e Hongwei Liu della Chinese Academy of Sciences di Pechino.
Un precedente studio dello stesso gruppo ha suggerito che un derivato sintetico del ganoderma-meroterpene (GMD), inizialmente isolato dai funghi Ganoderma, ha effetti benefici sul metabolismo del glucosio e dei lipidi.
Quindi, i ricercatori hanno deciso di testare se il GMD potesse anche proteggere i topi dall’aterosclerosi associata all’obesità.
Effetti del Parabacteroides merdae
I ricercatori hanno indotto la formazione di placche sulle pareti delle arterie alimentando un modello murino di aterosclerosi con una dieta occidentale ricca di grassi. La somministrazione di GMD ai topi ha però impedito la progressione dell’aterosclerosi riducendo le lesioni nelle pareti delle arterie.
Il metabolita sembra inoltre aumentare l’abbondanza del microbo commensale Parabacteroides merdae nell’intestino dei topi ed è risultato in grado di potenziare la scomposizione di alcuni aminoacidi essenziali chiamati aminoacidi a catena ramificata, o BCAA, in acidi grassi a catena corta ramificata.
Infine, i ricercatori hanno scoperto che i ceppi di P. merdae privi di porA, un gene microbico coinvolto nel metabolismo dei BCAA, non hanno mostrato gli stessi effetti protettivi.
Riduce il rischio di aterosclerosi
Dai dati ottenuti è emerso anche che P. merdae inibisce nelle placche aterosclerotiche il pathway mTOR, che regola la proliferazione e la migrazione delle cellule durante la progressione dell’aterosclerosi.
Inibendo mTOR, è possibile stabilizzare le placche aterosclerotiche e rallentare la progressione dell’aterosclerosi.
Per convalidare i loro risultati, i ricercatori hanno valutato i livelli di P. merdae in due gruppi di pazienti con malattie cardiovascolari, scoprendo che questo batterio è meno abbondante nel microbiota intestinale di questi individui, che avevano anche livelli più elevati di BCAA circolanti.
Conclusioni
«Lo studio, dunque, fornisce prove degli effetti benefici di GMD e del batterio commensale intestinale P. merdae contro l’aterosclerosi correlata all’obesità», affermano gli autori.Il modo in cui il GMD può aumentare l’abbondanza di P. merdae nell’intestino rimane però tuttora sconosciuto e saranno necessari ulteriori studi per valutare se i risultati ottenuti nei topi saranno riconfermati anche nell’uomo.