Per una dieta bilanciata sono necessari anche i grassi, meglio se vegetali. Questo approccio lo si sta applicando sempre più anche nell’alimentazione degli animali da allevamento, per esempio gli ovini. Ma quali sono i loro effetti sul microbioma e sulla normale fermentazione, nonché sulla digeribilità?
L’aggiunta di oli vegetali, come quelli d’oliva, di palma o di girasole, al piano alimentare delle capre migliora la capacità di fermentazione oltre che la digeribilità apparente. Di contro, la popolazione del microbioma non risulta esserne influenzata.
È quanto dimostra lo studio coordinato da I. Nur Atikah della University Putri Malasya, e pubblicato su BMC Veterinary Research.
Dati simili si erano osservati con studi sul bestiame. Tuttavia, almeno fino a questo lavoro, non c’erano indicazioni per gli ovini.
I ricercatori hanno randomizzato 16 capre a ricevere il supplemento rispettivamente di olio d’oliva (OL), olio di palma frazionato (OP) od olio di girasole (OG). A questi ovini va ad aggiungersi un gruppo di controllo (CTRL). Dopo una prima fase di studio, nella quale si sono valutati gli eventuali effetti sulla componente batterica, ne è seguita una seconda con altrettanti esemplari per esaminare l’impatto su fermentazione e digestione.
Impatto sul microbioma
Dal confronto della composizione del microbioma del rumine dei vari gruppi si è osservato che:
- rispetto ai controlli, gli esemplari in trattamento hanno una conta batterica totale maggiore. La differenza non raggiunge tuttavia la significatività statistica
- tra i gruppi in trattamento, quello con olio di girasole ha i valori più alti di F. succinogenes, R. albus e R. flavefaciens, ancora una volta in misura non significativa
- sono emerse differenze significative, in termini di numerosità, per la popolazione di archea coinvolti nella produzione di metano, influenzati dal trattamento, dal giorno nonché dalla loro combinazione
- non si sono riscontrate differenze significative tra i gruppi per i protozoi, come per i batteri
Impatto sulla fermentazione
Per valutare la capacità fermentativa, sono stati considerati il pH e le concentrazioni di ammoniaca e acidi grassi volatili (VFA) nel rumine dopo i pasti.
- il pH ha presentato variazioni tempo-dipendenti, ma non in base al tipo di supplemento. Il gruppo OL ha presentato i valori più bassi
- le concentrazioni totali di VFA e di acido acetico sono risultate significativamente più elevate nel gruppo OL e OG
- il gruppo OL ha mostrato un aumento di acido isobutirrico rispetto ai gruppi sottoposti agli altri trattamenti
- le concentrazioni di propionato, butirrato, valerato, isovalerato e il rapporto acido acetico/propionico non hanno presentato differenze tra i differenti oli
- il giorno di campionamento ha inciso invece sulla concentrazione totale di VFA, acetato, butirrato e valerato
- in generale, il supplemento con oli ha notevolmente ridotto la concentrazione di ammoniaca, valore influenzato anche dal giorno di campionamento
Impatto sulla digeribilità apparente
La digeribilità di un alimento si divide in reale e apparente a seconda, per l’appunto, del suo coefficiente di digeribilità. Confrontando ancora una volta i 4 gruppi, i ricercatori hanno dimostrato che:
- a prescindere dal tipo di olio, i gruppi in trattamento hanno mostrato una digeribilità apparente generale migliore dei controlli, quello con olio d’oliva in particolare
- nessuna differenza si è registrata nella digeribilità delle fibre nonostante i gruppi con olio di palma e girasole abbiano registrato valori maggiori. Di contro, gli oli hanno favorito la digeribilità delle proteine crude e dei loro estratti
In conclusione, dunque, questo studio conferma i benefici degli oli vegetali nell’alimentazione degli ovini in termini di fermentazione e digeribilità apparente. Nessun risvolto significativo invece sulla composizione del microbioma.