Quando si parla di microbiota non per forza si intende quello intestinale. Infatti, nonostante sia quello più studiato, tutto il nostro corpo ospita microrganismi, batteri e non, che insieme cooperano per il mantenimento di uno stato di salute. Non fa eccezione il tratto urogenitale e, nel caso dell’uomo, il liquido seminale.
A tal proposito, Signe Altmae e colleghi della University of Granada (Spagna) hanno fatto il punto della situazione attraverso un lavoro di revisione pubblicato di recente su Nature Reviews. Di seguito i punti chiave:
- il microbiota del liquido seminale è unico e altamente variabile tra gli individui. Le sue “origini” e funzioni richiedono però ulteriori studi
- alterazioni nella componente batterica del liquido seminale sembrerebbero correlate a molteplici disordini tra i quali infertilità, scarsa conta di spermatozoi, prostatiti e infezioni da HIV
- il microbiota del liquido seminale potrebbe influenzare il benessere di coppia e quello del nascituro
- vista la trasmissione durante un rapporto, anche il microbiota del tratto riproduttivo del partner, oltre che le abitudini sessuali dell’individuo, sono aspetti da considerare.
Vediamoli nel dettaglio.
Il microbiota del liquido seminale
Il liquido seminale, con il suo pH leggermente basico e l’elevato contenuto di sostanze zuccherine, è l’ambiente ideale per la crescita di microrganismi. La conta, nonché la variabilità di specie presenti, è infatti notevole nonostante la loro provenienza sia tuttora dubbia. Considerando la posizione anatomica, l’uretra potrebbe essere una possibile fonte, nonostante nel liquido seminale siano presenti in media più microrganismi. L’ipotesi è stata dunque ampliata a tutto il tratto urogenitale superiore.
Dall’analisi della composizione e della funzionalità batterica del liquido seminale di uomini sani si è visto come Firmicutes (50%), Proteobacteria (25%), Actinobacteria e Bacteroidetes (25%) siano i phyla più abbondanti. Tuttavia, come suggerisce la frequente discordanza di risultati degli studi, la variabilità inter-individuale è elevata.
Weng et al. infatti identificano come ceppi predominanti nel liquido seminale di uomini sani Lactobacillus, Pseudomonas e Prevotella, mentre secondo Ivanov et al. l’espressione maggiore sarebbe a carico di Staphylococcus (S. haemolyticus, S. capitis, S. hominis), Corynebacteria (C. genitalium, C pseudogenitalium) e batteri lattici (Lactobacillus e Streptococcus).
Ancora poco chiara non è solo la composizione fisiologica del microbiota del liquido seminale, ma anche la sua funzione. Tali microrganismi infatti sembrerebbero essere coinvolti nella regolazione immunitaria e infiammatoria. Inoltre, circa 130 ceppi batterici identificati e potenzialmente patogeni (in particolare E. coli, E. faecalis e S. haemolyticus) sono produttori di biofilm lattici in grado di proteggere il batterio da terapie antimicrobiche e dalle difese dell’ospite.
Microbiota del liquido seminale e infertilità
L’infertilità interessa il 10-20% delle coppie. I fattori predisponenti più importanti e in grado di agire sulla vitalità degli spermatozoi sono certamente genetici, anatomici, immunitari e infiammatori. Considerando però il generale coinvolgimento del microbiota in processi sia immunitari sia infiammatori, è ragionevole pensare a un suo ruolo nell’infertilità maschile.
Di seguito i risultati ottenuti in diversi studi dal confronto del liquido seminale di uomini fertili e non:
- Rehewy et al. ha osservato una maggior varietà e conta batterica nel gruppo dei non fertili
- Balmelli et al. ha identificato Bacteroides ureolyticus nel 9,8% dei 3.196 uomini non fertili. Per tale ceppo è stata inoltre dimostrata associazione positiva con la presenza di spermatozoi a ridotta motilità e ridotte concentrazioni di fruttosio
- Hou et al. ha identificato una correlazione negativa tra qualità del liquido seminale e Anaeroccoccus
- Monteiro et al. ha registrato un innalzamento dei livelli di Proteobacteria (Neisseria, Pseudomonas e Lactobacillus) in sperma a scarsa o assente conta spermatocitaria e particolarmente viscoso
- di contro, Chen et al. ha riscontrato in soggetti con assenza di spermatozoi nel liquido seminale un aumento di Bacteroidetes e Firmicutes e un decremento di Proteobacteria e Actinobacteria.
Microbiota del seme e disordini prostatici
Secondo recenti evidenze, il microbiota degli organi pelvici sembrerebbe essere attivamente coinvolto in disordini urologici, tra i quali prostatiti croniche (CP), sindrome da dolore pelvico cronico (CPPS) o cancro prostatico.
Nei casi di CP e CPPS sono molti i microrganismi ad aver dimostrato un ruolo nel loro sviluppo, come per esempio Trichomonas vaginali, Chlamydia trachomatis, gonococchi, mycoplasma, micobatteri, ma anche virus e funghi.
In soggetti con CPPS si è inoltre registrato un aumento di espressione di Burkholderia cenocepacia, mentre in pazienti con prostatite di Bacillaceae e Brevundimonasintermedia.
Considerando poi il quadro generale, per prostatiti croniche e sindrome da dolore pelvico cronico è stata dimostrata associazione positiva con una condizione di disbiosi dovuta principalmente alla proliferazione di Proteobacteria e al decremento di Lactobacilli. Un numero limitato di dati sono invece disponibili riguardo il microbiota del liquido seminale in presenza di tali disturbi.
La disbiosi del microbiota della prostata sembrerebbe avere un ruolo anche nel tumore prostatico, essendo caratterizzato da un aumento di Staphylococcus e un decremento di Streptococcus nelle zone tumorali vs le non tumorali. A livello del microbiota urinario, inoltre, uomini con tumore presentano una maggior espressione di S. anginosus, A. lactolyticus. A. obesiensis, A. schaalii, V. cambriense e P. lymphophilum, suggerendone un possibile ruolo, tutto da confermare.
Anche in questo caso, non sembra che la componente batterica seminale sia stata ancora oggetto di studio.
La trasmissione sessuale del microbiota del liquido seminale
Quella sessuale è una delle principali vie di trasmissione di microrganismi. I batteri condivisi durante un rapporto sessuale sembrerebbero essere influenzati dall’età in cui si ha avuto il primo rapporto, oltre che dalla frequenza, dalla modalità e dal contraccettivo usato. Infine, secondo alcuni studi, anche il microbiota del partner avrebbe un effetto, benché altamente variabile, sul compagno/a.
A tal proposito, uomini giovani che non avevano mai avuto un rapporto sessuale hanno registrato una concentrazione e una diversità batterica nel liquido seminale inferiore rispetto a coetanei con esperienze sessuali pregresse. Nelson et al. ha inoltre dimostrato la presenza di determinati ceppi (Ureaplasma, Mycoplasma, Sneathia ecc.) solo nell’uretra di uomini sessualmente attivi.
Infine, è stato ipotizzato che il microbiota del tratto riproduttivo maschile possa impattare sulla funzionalità riproduttiva non solo della partner, ma anche del nascituro se maschio.
Diversa e ancor meno approfondita sembrerebbe essere la situazione in caso di rapporti omosessuali. Dall’unico studio condotto, la composizione del microbiota del liquido seminale di soggetti omosessuali sembrerebbe infatti essere alterata e dominata da Streptococcus (9%), Ureaplasma (9%), Corynebacterium (5%), Sphingomonas (5%) e Prevotella (4,5%).
Prospettive future
Trattamenti terapeutici mirati al microbiota del liquido seminale rappresentano un campo di ricerca attraente e in divenire. Tra questi, l’uso di prebiotici e probiotici ha già mostrato risultati promettenti. L. rhamnosus PB01 (DSM14870) sembrerebbe infatti incrementare la motilità spermatica in modelli murini, Bacillus amyloliquefaciens TOA5001 invece la qualità del liquido seminale in polli giovani. Anche in questo caso, i dati sull’uomo sono piuttosto scarsi, nonostante il supplemento per sei settimane di Lactobacillus e Bifidobacterium abbia dimostrato un aumento della motilità spermatica.
Questa revisione offre dunque una panoramica generale sulle conoscenze relative al microbiota del liquido seminale e del tratto uro-genitale maschile, oltre che sulle interazioni con quello del partner. Tuttavia, nonostante il crescente interesse per l’argomento, a causa di una limitata numerosità campionaria, differenze nella raccolta e nell’analisi dei campioni, oltre che nel disegno degli studi, molti sono gli aspetti ancora da chiarire soprattutto riguardo il microbiota del liquido seminale.