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Antibiotico resistenza: dal microbiota intestinale possibile “arma” contro i superbatteri

È stata trovata una molecola antibatterica prodotta dal microbiota intestinale che potrebbe aiutare a sviluppare nuovi farmaci antibatterici.
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Antibiotico resistenza: dal microbiota intestinale possibile “arma” contro i superbatteri

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In questo articolo

Stato dell’arte
È stato stimato che nei prossimi decenni milioni di persone moriranno per infezioni a causa dello sviluppo di superbatteri, ovvero ceppi batterici resistenti a diversi antibiotici. È quindi necessario lo sviluppo di molecole antibatteriche nuove e più efficaci.

Cosa aggiunge questo studio
I ricercatori hanno caratterizzato in vitro una molecola antibatterica, denominata ruminococcina C1 (Ruminococcin C1), che nell’uomo viene prodotta naturalmente dall’intestino. Questa molecola è in grado di combattere un ampio spettro di batteri, compresi ceppi multiresistenti, senza essere tossica o indurre resistenza ai farmaci.

Conclusioni
I risultati suggeriscono che ruminococcina C1 potrebbe agire in combinazione con altre molecole antibatteriche per combattere i patogeni e, al contempo, ridurre il fenomeno della resistenza batterica.


I ricercatori hanno caratterizzato una molecola antibatterica prodotta dall’intestino umano in grado di combattere un ampio spettro di batteri, compresi ceppi multiresistenti. I risultati, pubblicati su Science Advances, suggeriscono che la molecola potrebbe essere un valido candidato per lo sviluppo di nuovi farmaci antibatterici, riducendo al contempo il fenomeno della resistenza batterica.

È stato stimato che nei prossimi decenni milioni di persone moriranno per infezioni a causa dello sviluppo di superbatteri, ovvero ceppi batterici resistenti a diversi antibiotici.

Il microbiota intestinale produce un insieme di composti antibatterici naturali, tra cui una classe di molecole chiamate RiPP (Ribosomally synthesized and posttranslationally modified peptides). Precedenti studi hanno provato a produrre senza successo queste molecole.

Un team di ricercatori guidati da Steve Chiumento, Clarisse Roblin e Sylvie Kieffer-Jaquinod dell’Università di Grenoble Alpes, hanno invece sviluppato un metodo per purificare una RiPP, chiamata ruminococcina C1, dalle feci di ratto. Gli studiosi hanno prodotto una molecola attiva identica a quella naturalmente presente nell’intestino umano.

Peptide antibatterico

La ruminococcina C1 è prodotta nell’intestino dal batterio commensale Ruminococcus gnavus e ha una particolare struttura tridimensionale che le conferisce un’attività antibatterica nei confronti di Clostridi patogeni e ceppi batterici resistenti a più farmaci, tra cui Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), Enterococcus faecalis resistente alla vancomicina e Bacillus subtilis resistente alla nisina.

Combattere i superbatteri

In esperimenti in vitro la ruminococcina C1 non ha mostrato alcuna tossicità. La molecola non ha influenzato la vitalità delle linee cellulari intestinali e gastriche, anche ad alte concentrazioni, e non ha innescato lo sviluppo di resistenza, a differenza di molti antibiotici ampiamente utilizzati.

Queste caratteristiche sono fondamentali per lo sviluppo di nuovi farmaci antibatterici visto l’aumento in tutto il mondo di ceppi multiresistenti.

Oltre al suo potenziale utilizzo come trattamento antibiotico contro i superbatteri, secondo i ricercatori la ruminococcina C1 potrebbe essere somministrata al pollame come probiotico per proteggere gli animali da infezioni potenzialmente letali.

Traduzione dall’inglese a cura della redazione

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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