La ricerca scientifica fa passi da gigante. Non passa giorno che non vengano pubblicate centinaia di studi sul microbiota. E negli ultimi anni, una grossa fetta di questi lavori riguardano il cosiddetto asse intestino-cervello.
Evidenze e scoperte che però non sono ancora “passate” nell’immaginario collettivo. E proprio per valutare quanto ne sanno gli italiani sul “secondo cervello”, Yakult Italia ha commissionato ad AstraRicerche un’indagine a campione sulla popolazione generale.
Intestino, questo (s)conosciuto
Viene spesso definito come l’organo meno conosciuto. C’è, si sa che svolge tante funzioni. Ma stando ai risultati del sondaggio il 18% per cento di italiani dichiara di conoscerlo poco o per niente, il 40 per cento afferma di saperne “così così”, e il 42 per cento che sostiene di conoscerlo abbastanza o molto. Dati non proprio incoraggianti.
«Il livello di conoscenza dell’intestino è leggermente più alto tra le donne rispetto agli uomini» afferma Cosimo Finzi, Sociologo e direttore di AstraRicerche «ma il primo dato interessante che abbiamo rilevato con questa ricerca è che il 76,2 per cento degli intervistati dichiara di volerne sapere di più».
Il secondo cervello
«Quando siamo passati a chiedere al nostro campione se ha mai sentito parlare dell’asse intestino cervello, abbiamo rilevato che le conoscenze su questo tema sono ancora più basse rispetto al tema “intestino” in generale» puntualizza Finzi.
Infatti il 24 per cento degli intervistati è completamente all’oscuro dell’argomento, il 57,7 per cento ne ha sentito parlare, ma ne sa pochissimo, il 18,4 per cento dichiara di essere bene informato.
«E anche in questo caso gli uomini sono ben due passi indietro rispetto alle donne» aggiunge l’esperto «lo conosce bene il 23 per cento delle donne, contro il 13 per cento degli uomini».
Alla domanda “Secondo lei è vero che intestino e cervello possono influenzarsi? E in che modo?” gli italiani hanno risposto che il cervello può effettivamente influenzare l’intestino (79%), ma soltanto il 59 per cento è a conoscenza del fenomeno contrario, ossia che l’intestino può influenzare l’umore e altri aspetti neurocognitivi.
A livello generale però gli italiani sanno che il microbiota può giocare un ruolo importante nella comunicazione tra intestino e cervello (60,2%). «C’è ancora molta strada da fare» conclude Finzi «in termini di informazione ed educazione per rendere consapevoli i nostri connazionali dell’importanza di questo organo sia per la salute in generale, sia per quanto riguarda il benessere psicologico»