Cerca
Close this search box.

BACTERIART: Yakult e NABA promuovono l’arte probiotica

Microbiologia e arti visive si incontrano per il secondo anno consecutivo. Premiate le migliori opere degli studenti della Nuova Accademia di Belle Arti.

Scienza e arte, in una visione non più dicotomica. Ma pienamente sinergica. È questa la sensazione generale che abbiamo respirato durante la seconda edizione di “BACTERIART, from invisible to visible”. Un progetto promosso da NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e Yakult Italia che ha visto coinvolti gli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive e del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali delle sedi di Milano e Roma.

«Il metodo, la passione e la curiosità»: sono questi i tre ingredienti che, secondo le parole della professoressa Patrizia Brigidi, microbiologa e ricercatrice dell’Università di Bologna, tra i membri della giuria, uniscono i due mondi, solo apparentemente distanti della scienza e dell’arte.

Non a caso, durante la prima edizione del progetto BACTERIART, che si è tenuta lo scorso anno,  Marco ScotiniNABA Visual Arts Department Head – ha coniato la definizione di “arte probiotica”. Un ossimoro che sottolinea quanto arte e scienza concorrano al benessere psico-fisico degli individui.

Dopo il successo della prima edizione, gli studenti di NABA sono stati nuovamente chiamati a rendere tangibile, attraverso l’interpretazione delle arti visive, il microbiota intestinale, quell’ecosistema invisibile che vive all’interno del nostro “secondo cervello”. L’intestino che, come la ricerca scientifica ci conferma, ricopre un ruolo fondamentale per il benessere del nostro organismo.

Gli invisibili amici dell’uomo sono stati osservati sotto una lente interpretativa più ampia, più comprensibile e affascinante proprio grazie alla visione artistica, fornendo agli studenti di NABA l’occasione di svelare, attraverso sculture, tecnologie digitali e arti performative, ciò che ancora all’occhio umano non è pienamente visibile.


L’edizione 2022

Lanciata all’inizio dello scorso Anno Accademico 2021/22, la “call to action” ha coinvolto circa 50 studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive e del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, chiamati da Yakult Italia a progettare e realizzare opere d’arte ispirate all’affascinante mondo della microbiologia umana e dei batteri, sotto la guida di Chiara Lupi con la supervisione didattica di Andris Brinkmanis, Course Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive di NABA.

Le opere, frutto del lavoro durato l’intero Anno Accademico 2021/22, sono state valutate e a risultare vincitrice del “Premio BacteriArt” è stata l’opera “Vibes” di Chiara Nicoletti, un’installazione sonora e interattiva che si articola in una performance durante la quale il pubblico diventa non solamente spettatore attivo, ma anche partecipe di un incontro vivo tra la microbiologia, il corpo e il suono.

Le opere premiate

Al primo premio si sono aggiunte anche le due menzioni speciali: “Dott. Shirota”, per l’accurato approfondimento scientifico nella progettazione dell’opera, è stato assegnato a Tanvi Shaha con “Inconspicuous Interaction”, caratterizzata dal suo vivo interesse per la percezione di visibilità, esperienze ed emozioni viste attraverso forme e spazi con un forte legame con le istanze dell’ambiente circostante, lavorando con diversi media, come installazioni, sculture, dipinti e collage.

Chiara Nicoletti e Arianna Rolandi

“Nuove Visioni” è stato, invece, consegnato a Camilla Gurgone con “My gut (brain) feelings on-a-chip” per aver interpretato in modo più inaspettato il tema assegnato: la ricerca per la realizzazione di questa opera è iniziata dalla scoperta degli “organs-on-a-chip”: cellule, tessuti miniaturizzati e coltivati in chip in vitro per simulare i meccanismi e la fisiologia di organi umani.

Gli studenti sono stati premiati da Yakult Italia con un riconoscimento economico, con il quale l’azienda intende sostenere il loro percorso artistico e professionale.

I tre progetti vincitori, insieme alle altre opere entrate in selezione tra i finalisti, 11 in tutto, sono ora esposte all’interno di una mostra allestita presso il Campus NABA di Milano, aperta al pubblico fino a venerdì 30 settembre, dalle ore 10.00 alle 19.00.

L’allestimento della mostra, a cura di Chiara Lupi, Project Coordinator ed Exhibition Curator di BACTERIART, occupa uno spazio di 200 mq ed è stato progettato prevedendo l’utilizzo di due materiali principali: mattoni in fibra e feltro. I mattoni sono completamente riciclabili, biodegradabili e carbon negative, e vengono realizzati miscelando fibre legnose naturali, acqua, probiotici (miscela simbiotica di microrganismi fatta di sali minerali melassa di canna da zucchero, acqua e microrganismi) e calce naturale.

Il feltro sintetico, che percorre lo spazio espositivo, è invece in polipropilene riciclato e riciclabile. Oltre ai progetti vincitori in esposizione nella mostra sono presenti le opere realizzate dagli studenti Michela Alamprese, Mirko Barcaiolo, Francesca Caporali, Elena Cucci, Chiara Favini, Martina Ferrari, Diego Gianettoni, Chiara Meloni, Giuliana Paolino, Priscilla Pinto, Agnieszka Rymuszka, Alessandro Sorrentino.

Anche quest’anno i vincitori sono stati decretati da una Giuria Internazionale, composta da personalità di spicco del campo artistico e scientifico – in grado di coniugare entrambe le anime del progetto – guidata da Alessandro Cannavò, Caporedattore di Corriere della Sera in qualità di Presidente, Lucia Aspesi, Assistente Curatrice di Pirelli HangarBicocca, Patrizia Brigidi, Full Professor of Fermentation Biotechnology, Department of Medical and Surgical Sciences, School of Medicine dell’Università di Bologna, Eva Fabbris, Exhibition Curator di Fondazione Prada, Arianna Rolandi, Direttrice Science and Corporate Communication di Yakult Italia, Gediminas & Nomeda Urbonas, artisti e docenti del Massachusetts Institute of Technology – MIT, Cambridge, Marianna Vecellio, Curatrice di Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, oltre ai referenti dell’Accademia Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head, e Andris Brinkmanis, Course Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive.

My gut (brain) feelings on-a-chip

Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head ha così commentato: «Sono molto soddisfatto dei risultati emersi da questa seconda edizione di “BACTERIART, from invisible to visible” che mettono in risalto le relazioni dinamiche tra i batteri che prendono vita nel nostro corpo, qualcosa che ci appartiene perché è dentro di noi e viene portato fuori e reso visibile attraverso l’arte e le singole performance facendo emergere un campo esplorativo delle relazioni umane e sociali».

«La peculiarità di Yakult» ha aggiunto Arianna Rolandi, Direttrice Science and Corporate Communication di Yakult Italia «è quella di essere un’azienda fortemente ancorata alla ricerca scientifica e profondamente permeata dalle sue radici culturali giapponesi. Lavorare per una società più sana non è quindi solo una missione, ma la bussola che orienta la scelta dei nostri Partner e dei progetti educazionali che sosteniamo per avvicinare la scienza, e in particolare la microbiologia, al maggior numero di persone, abbattendone così le tradizionali barriere. In fondo, parliamo di ecosistemi biologici per parlare di noi esseri umani e della nostra complessa convivenza nelle società e nell’ambiente. Ma cosa c’è di più appropriato dell’Arte per rendere visibile l’invisibile? E cosa di più “curativo” dell’Arte per il nostro benessere psico-fisico?

Gli studenti-artisti di NABA hanno saputo cogliere tutti questi stimoli, trasformandoli in emozionanti opere d’arte grazie al metodo, alla competenza e alla creatività. Le stesse qualità richieste ai nostri ricercatori e scienziati».

Il progetto ha, inoltre, previsto la partecipazione degli studenti al seminario di microbiologica di base, condotto dai ricercatori del laboratorio AAT-Advanced Analytical Technologies di Piacenza, partner di Yakult Italia, guidato dalla Dott.ssa Marina Elli, e a un workshop intensivo, gestito da Gediminas & Nomeda Urbonas, artisti e docenti al MIT di Cambridge, attraverso un laboratorio aperto, partecipato e con una forma pedagogica alternativa, che ha fatto del connubio tra arte e scienza la sua caratteristica peculiare.

Questi momenti formativi hanno costituto la base scientifico-culturale necessaria alla realizzazione delle opere, che ha visto l’adozione dei diversi linguaggi espressivi quali la scultura, la pittura, la fotografia, le tecnologie digitali e le arti performative.

Oppure effettua il login