Una collaborazione tra l’Università di Verona, Microbion e Biolab Research ha recentemente portato alla pubblicazione su Frontiers of Psychiatry di nuovi dati sul potenziale di specifici probiotici a supporto del benessere mentale.
La relazione bidirezionale tra l’intestino e il cervello è ormai evidente; diversi studi sui probiotici hanno riscontrato effetti positivi sull’umore, ma si sono concentrati principalmente sulla depressione e sull’ansia. Questa ricerca ha consentito di estendere questi risultati con una valutazione più completa di umore e cognizione.
Lo studio randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo è stato condotto su 38 volontari sani, sia maschi che femmine, di età compresa tra 19 e 33 anni, a cui sono stati somministrati per 6 settimane placebo o la combinazione probiotica Lactobacillus fermentum – LF16 (DSM 26856), Lactobacillus rhamnosus – LR06 (DSM 21981), Lactobacillus plantarum – LP01 (LMG P-21021) e Bifidobacterium longum – 04 (DSM 23233), alla dose giornaliera di 4 miliardi CFU/AFU (colony-forming unit/active fluorescent unit).
I ricercatori hanno quindi raccolto dati utilizzando scale di valutazione validate che consentono di misurare:
- umore (State Trait Anxiety Inventory, Beck Depression Inventory, Profile of Mood States and Leiden Index of Depression Sensitivity)
- personalità (Temperament and Character Inventory, Cope Orientation to the Problems Experienced, Behavioral Inhibition/Activation System Scale and Life Orientation Test)
- qualità del sonno (Pittsburgh Sleep Quality Index).
Inoltre, sono stati collezionati anche dati demografici e relativi a dieta, attività fisica, sindrome premestruale e campioni fecali, permettendo così di ridurre i bias. La conformità è stata valutata e migliorata grazie a un’app sul cellulare sviluppata da Bussola Labs, che ha ricordato ai partecipanti di assumere e registrare i loro integratori ogni giorno.
L’integrazione a base di probiotici ha migliorato significativamente l’umore, con una riduzione dell’umore depressivo, della rabbia e dell’affaticamento, e ha fatto registrare anche significativi miglioramenti nell’accettazione (che si correla con una ridotta sensibilità alla depressione) e nella qualità del sonno.
È interessante notare come tutti questi effetti siano stati mantenuti dopo 3 settimane di “wash-out”, mostrando così benefici prolungati dopo l’interruzione dell’assunzione di probiotici.
Questi risultati sono coerenti con l’associazione precedentemente descritta tra una buona qualità del sonno e un basso livello di ansia, depressione, tensione, rabbia, affaticamento e confusione.
Gli aspetti relativi alla personalità hanno mostrato alcune differenze tra i due gruppi in termini di ricerca di novità, autodisciplina, atteggiamento positivo e strategie di evitamento, ma non in modo coerente nel tempo.
Marco Pane, coautore dello studio e direttore R&S di Biolab Research, commenta: «Sono risultati entusiasmanti perché l’assunzione di probiotici è riuscita a migliorare in modo significativo diversi aspetti dell’umore e del sonno in una popolazione giovane e sana, tra le più resilienti possibile. I dati ottenuti forniscono aspettative positive su come questi risultati possano essere applicati in una popolazione clinica. In effetti questa combinazione di probiotici è ora in fase di test in pazienti con depressione maggiore».
Un altro aspetto importante dello studio sono le analisi di rilascio e stabilità sui probiotici, che utilizzano sia metodi di conteggio delle piastre (risultati espressi in CFU) sia citometria a flusso (risultati espressi in active fluorescent unit), che consente anche la commercializzazione del prodotto dichiarata in AFU.
Lo studio è finanziato in modo incondizionato da Probiotical SpA.