ExeGi Pharma ha annunciato l’avvio di un nuovo studio clinico che servirà per valutare gli effetti di Visbioma (probiotico che contiene 8 ceppi, commercializzato in Europa come Vivomixx) in persone affette da sclerosi multipla. In pratica i ricercatori della Columbia University e della Pittsburgh University, che coordinerano il trial, andranno a misurare se le modifiche all’interno del microbiota intestinale indotte dal probiotico hanno un impatto terapeutico sui pazienti.
La sclerosi multipla è una malattia caratterizzata da una disregolazione a livello del sistema immunitario in cui alcune cellule umane vengono attaccate come se fossero agenti esterni. Si discute da alcuni anni della possibilità di trattare questa patologia intervenendo a livello del microbiota intestinale.
«Il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nella modulazione del sistema immunitario e questo studio migliorerà la nostra comprensione del fatto che i probiotici possano essere in grado di rimodellare in senso positivo il sistema immunitario e prevenire la degenerazione del sistema nervoso» ha affermato Rebecca Farber, MD, della Columbia University.
Il primo studio pilota, condotto su 9 pazienti affetti da sclerosi multipla e 13 controlli sani, ha dimostrato che questo probiotico potrebbe essere in grado di modulare il microbiota intestinale, ridurre il carico infiammatorio e aumentare l’efficacia delle terapie per la sclerosi multipla.
Il prossimo trial (NCT04038541), attualmente in fase di reclutamento dei pazienti, punta a esplorare ulteriormente questi risultati e capire se e come la modulazione del microbiota intestinale può comportare benefici..
«Siamo entusiasti di questo trial che potrebbe consentirci di ampliare le informazioni disponibili sugli effetti dei probiotici nei pazienti con sclerosi multipla» ha affermato Marc Tewey, CEO di ExeGi Pharma. «La formulazione probiotica in Visbiome è stata oggetto di oltre 70 studi clinici sull’uomo, incluso uno studio preliminare nel 2018 su pazienti con sclerosi multipla. I risultati di questo nuovo studio saranno utili per la comunità scientifica nel suo insieme, fornendo importanti informazioni sulla complessa relazione tra il microbioma e il sistema immunitario».
