La startup australiana Microba ha iniziato un progetto di ricerca che prevede l’utilizzo della Google Cloud Platform (GCP) per analizzare il microbiota intestinale meglio di quanto si riesce a fare con metodiche tradizionali.
Il progetto ha preso le mosse partendo dalle ricerche realizzate dai co-fondatori di Microba, Gene Tyson e Phillip Hugenholtz.
L’obiettivo è rendere l’analisi del microbiota più performante e accessibile a un costo più contenuto. Utilizzando i dati dei test condotti negli ultimi anni all’interno del programma Insight di Microba, l’azienda sta costruendo quello che considera il più grande database al mondo di campioni di microbiota intestinale metagenomico associato a informazioni su salute e stile di vita.
Man mano che il database aumenta di dimensioni, l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale (AI) del GCP saranno utilizzati per identificare le associazioni tra specifici microrganismi e geni, con l’obiettivo di riuscire a prevedere con precisione i diversi stati patologici.
Da quando Microba ha lanciato Microba Insight a giugno 2018, oltre 10.000 campioni sono stati trasferiti attraverso la sua pipeline di bioinformatica della piattaforma di analisi metagenomica (MAP).
Così ha commentato il CEO di Microba Blake Wills in occasione del Google Cloud Summit di Sydney di scorsa settimana: «L’uso del cloud nelle pipeline di produzione e nell’archiviazione dati è riconosciuto come un importante requisito aziendale per contenere i costi e i tempi». Secondo quanto riportato sono in grado di ridurre il tempo necessario per l’elaborazione della sequenza da 48 ore a meno di 12 ore.