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Microbioma e dermocosmetica: ecco cosa è emerso al Probiota di Dublino

Dibattito sul cosiddetto “microbioma della bellezza” all’evento annuale che riunisce aziende e ricercatori.

Non solo gastroenterologia e non soltanto medicina. Al Probiota 2020, che si è tenuto nei giorni scorsi a Dublino, si è parlato anche di dermocosmetica in una sessione dedicata al “microbioma della bellezza”.

Tanti gli argomenti discussi. Durante la giornata di martedì, un panel composto da Audrey Gueniche, ricercatrice presso L’Oréal Research and Innovation, Luca Bucchini, direttore e fondatore di Hylobates Consulting, Ewa Hudson, direttore di Lumina Intelligence, ha affrontato i diversi aspetti commerciali, scientifici e regolatori che riguarda i probiotici e i prebiotici rivolti al microbioma cutaneo, considerando sia le applicazioni topiche sia gli integratori alimentari.

Negli ultimi anni le conoscenze sul microbioma cutaneo sono aumentate in misura significativa. E continuano a uscire ogni settimana decine di studi nuovi in questo ambito. Evidenze e dati che nel loro complesso ipotizzano per il prossimo futuro un salto di qualità nell’offerta di prodotti (dermatologici e cosmetici) in grado di modificare in positivo il microbioma della pelle.

Sul fronte del mercato, è notizia recente quella che riguarda l’azienda olandese DSM e il raggiunto accordo tecnologico con la startup belga S-Biomedic per lo sviluppo e la commercializzazione di trattamenti probiotica per l’acne. Entro 18-24 mesi prevendono di fare il primo lancio.

Alla fine dell’anno scorso, Croda International ha siglato un accordo commerciale con la società di cura della pelle SkinBioTherapeutics (Regno Unito) per sviluppare un prodotto destinato a modificare il microbioma cutaneo al fine di aumentare l’integrità della barriera cutanea, proteggere la pelle e agevolare la guarigione della pelle post lesioni.

Sono già 350 i prodotti cosmetici presenti sul mercato contenenti probiotici e destinati al microbioma cutaneo. E le recensioni dei clienti sui prodotti hanno registrato la crescita più rapida in questa categoria, con un aumento del 467% in tre anni.

Ha commentato Audrey Gueniche (L’Oréal): «Modificare il microbiota cutaneo usando creme topiche è una buona soluzione perché agisce rapidamente sulla pelle, ma la strategia nutrizionale è altrettanto interessante nel senso che il beneficio è di lunga durata, anche se il beneficio non si manifesta così rapidamente».

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